ARCHEOASTRONOMIA LIGUSTICA
Pubblicato in: Atti
del XIV seminario A.L.S.S.A. di Archeoastronomia, Genova, 24-25 marzo 2012.
Il calcolo FK4 B1900.0 della
precessione delle stelle
Mario Codebò
Nel seminario A.L.S.S.A. 2011 è stato descritto il calcolo
FK4 B1950.0 per il calcolo della posizione apparente di una stella, cioè
assumendo per essa i dati FK4 dell’equinozio standard del 1950. Quell’algoritmo
però costringeva a partire solo dalle coordinate stellari di tale data. Invece
col presente algoritmo si può partire dalle coordinate di qualsiasi epoca,
purché del sistema FK4[1],
ed arrivare ad una qualsiasi altra data.
Tali coordinate sono:
1) l’ascensione retta α,
comunemente espressa in unità sessagesimali del tempo (ore h, minuti m
e secondi s);
2) la declinazione δ,
espressa in unità di gradi sessagesimali di circonferenza (arcogradi °,
arcoprimi ’ e arcosecondi ”);
3) il moto proprio in ascensione retta
mpα espresso in secondi di tempo (cronosecondi) s per anno;
4) il moto proprio in declinazione mpδ
in secondi di circonferenza (arcosecondi) ” per anno.
Queste coordinate si possono reperire sui cataloghi
stellari, la maggior parte dei quali sono oggi rintracciabili su Internet. Uno,
con note storiche, è visibile sul sito:
http://www.daviddarling.info/encyclopedia/A/astronomical_catalogues.html.
Il migliore servizio di banca-dati astronomici è sul
sito http://cdsweb.u-strasbg.fr
del Centre de Donées Astronomiques de Strasbourg. Da qui si può accedere ai tre
servizi Sinbad, VizieR e Aladin, nonché ad un ricchissimo
elenco di cataloghi e banche dati (http://vizier.u-strasbg.fr/cats/cats.html).
Si tratta però di un sito non facilmente gestibile.
Due siti utili sono: quello dello United States Naval
Observatory U.S.N.O. (http://ad.usno.navy.mil/star)
e quello dello Smithsonian Astrophysical Observatory S.A.O. (http://heasarc.gsfc.nasa.gov/W3Browse/star-catalog/sao.html,
poi link a sinistra in alto: browse this table).
Un altro sito di facile consultazione è http://www.alcyone.de/SIT/bsc/index.html
dove, nel Bright Star Catalogue 5th ed. 1991, si troverà l’elenco
di tutte le 88 costellazioni in cui la International Astronomical Union I.A.U.
suddivise il cielo nel 1933. Entrando in quella che interessa, si ottiene un
elenco delle stelle, numerate secondo vari cataloghi, che ne fanno parte e
cliccando sul numero all’estrema sinistra si apre una pagina con i link di
alcuni di essi. Cliccando su quello dello S.A.O. si otterranno i parametri di
quella particolare stella sia per il 2000 che per il 1950, mentre cliccando
sugli altri si otterranno i parametri del 2000 e del 1900 (questi ultimi però
senza il moto proprio)[2].
Nel calcolo della posizione di una stella si prendono
in considerazione tre date (espresse in giorni giuliani delle effemeridi[3]
JD)[4]:
1) la data di partenza, ossia la data del catalogo usato
(per es.: B1900.0; B1925.0; B1950.0; B1975.0; ecc.);
2) la data dell’epoca standard B1900.0;
3) la data di arrivo, ossia la data, più o meno lontana
nel tempo, per la quale si vogliono calcolare le coordinate della stella.
In questo articolo prenderemo in considerazione le
coordinate della sola epoca standard dell’anno B1900.0, che
appartengono al Fundamental Katalog 4 o FK4 (Meeus 1988, pp. 63 – 67; 1990, pp.
61 – 65; 2005, pp. 131 – 142).
Il metodo di seguito descritto è quello classico di
Newcomb, preciso anche per distanze di tempo relativamente lunghe, ma comunque
non utilizzabile per più di qualche millennio dal presente (per es., dà
risultati assolutamente errati per 32000 anni dal presente!).
Precessione degli equinozi e moto proprio danno la posizione
media (Meeus 1988, pp. 71 – 73;
1990, pp. 71 – 73; 2005, pp. 149 – 158) delle stelle.
Poiché invece in Archeoastronomia generalmente occorre
conoscerne la posizione apparente
(Meeus 1988, pp. 71 – 73; 1990, pp. 71 – 73; 2005, pp. 149 – 158), è
necessario calcolare i seguenti altri effetti:
1) la nutazione;
2) l’aberrazione annua della luce;
3) la parallasse annua;
4) la curvatura relativistica della luce[5].
La nutazione è un piccolo movimento periodico dell’equatore
celeste dovuto alla forza gravitazionale della Luna (Meeus 1988, pp. 69 – 70;
1990, pp. 67 – 69; 2005, pp. 143 – 148; Smart 1977, pp. 226 – 248; Zagar 1884,
pp. 153 – 170).
L’aberrazione annua è lo spostamento
dell’immagine della stella dalla sua posizione reale per
effetto del rapporto, piccolo ma non trascurabile, tra la la velocità orbitale
della Terra e la velocità, elevatissima ma non infinita, della luce.
La parallasse annua, sempre inferiore a 0°00’00,8”
per tutte le stelle visibili ad occhio nudo tranne tredici (Meeus 1988 p. 72;
1990, p. 72; 2005, p. 150), può in parte essere trascurata[6].
Per la dettagliata descrizione di questi tre fenomeni
si rinvia a Meeus 2002, pp. 334 – 343 (e per la nutazione in dettaglio a Meeus
2009, pp. 232 – 236), a Smart 1977, capp. VIII-X, ed a Zagar 1984, capp. VII-IX[7].
In conclusione, la procedura essenziale per calcolare
le coordinate di una stella in un tempo diverso dall’attuale
sono, nell’ordine di esecuzione, le seguenti:
1) calcolo del moto proprio[8];
2) calcolo della precessione;
3) calcolo della nutazione;
4) calcolo dell’aberrazione annua[9].
Di seguito si descrive l’algoritmo
completo per l’epoca standard B1900.0 ed il sistema FK4 secondo Meeus
1988 e 1990, capp. 14, 15, 16 e 18 con alcune modifiche.
Presi dagli almanacchi cartacei o sul web α,
δ e relativi moti propri della stella per un equinozio compreso nel
sistema FK4, si trasformano in un’unica unità di misura,
in genere in gradi sessagesimali moltiplicando per 15 la misura in tempo di α.
Poi si calcola[10]
la differenza di tempo T0 in secoli tropici tra la data
dell’equinozio standard di partenza JD0 e la data dell’epoca
standard B1900.0[11]:
T0 = (JD0
- 2415020.313) / 36524,2199 (data di partenza dal B1900.0).
A questo punto si calcola la
differenza di tempo T tra la data JD0 di partenza e la data JD di arrivo, cioè quella per la quale si vuole calcolare l’effetto
della precessione:
T = (JD - JD0) / 36524,2199 (data di arrivo dalla
data di partenza).
In sostanza, se, per esempio, si hanno le coordinate della
stella per l’equinozio standard del 1980 e le si vogliono calcolare per una
data del 2000 a. C., il JD0 sarà quello del B1980.0 e JD
quello di giorno, mese ed ora del 2000 a. C. (si rammenti che nel
calcolo astronomico per gli anni a. C. si deve contare anche l’anno zero,
inesistente in cronologia ed in calendariologia, e pertanto l’anno 1 a. C. sarà
l’anno 0, l’anno 5 a. C. sarà l’anno .4, l’anno 2000 a. C. sarà l’anno -1999,
ecc.).
Poi si calcolano le variazioni di α e δ
per effetto dei moti propri. Per fare ciò innanzitutto si moltiplica la
differenza di tempo T in secoli tropici per 100 e si ottiene la differenza
di tempo in anni tropici, si moltiplica tale differenza di tempo in anni
tropici per i moti propri della stella in α e δ e si
sommano a questi prodotti i valori iniziali di α e δ
dati dagli almanacchi per l’epoca standard usata:
α0 = α + (T * 100) * mpα
δ0 = δ + (T * 100) * mpδ.
Si procede poi a calcolare gli effetti della precessione,
della nutazione e dell’aberrazione annua della luce come già descritto sopra.
Poi si calcola l’effetto della
precessione degli equinozi con le formule rigorose di Newcomb:
ζ = (0°00’2304,250”
+ 0°00'01,396" *T0) * T + 0°00’00,302” * T² + 0°00’00,018” * T³
z = ζ + 0°00’00,791” * T² + 0°00’00,01” * T³
θ = 0°00’2004,682”
- 0°00'00,853" * T0) * T - 0°00’00,426” * T² - 0°00’00,042” * T³
Poi si calcolano:
A = cos δ0 * sin (α0 +
ζ);
B = cos θ * cos δ0 * cos (α0
+ ζ) - sin θ * sin δ0;
C = sin θ * cos δ0 * cos (α0
+ ζ) + cos θ * sin δ0;
tan (α1 - z) = (A / B);
sin δ1 = C.
Poiché la tangente di un angolo è la stessa rispettivamente
nei quadranti I e III nonché II e IV, per calcolare tan (α1 -
z) e collocarla nel quadrante esatto si può procede in due modi:
1) se il denominatore di A / B è minore di 0 (B <
0) al risultato di A / B si aggiungono 180°; se invece esso è maggiore di 0 (B
> 0) non si aggiunge nulla e il risultato è già la tangente nell’angolo
corretto;
2) si calcolano le coordinate polari di B / A (occorre
invertire i fattori rispetto alla formula originaria A / B), ottenendone due
risultati, il secondo dei quali è quello cercato. Le calcolatrici scientifiche
hanno un apposito tasto che trasforma le coordinate rettangolari in polari: pol
(B; A) e due specifiche memorie dove sono immagazzinati i due risultati. Se
tale secondo risultato fosse negativo, lo si somma algebricamente a 360°,
ottenendo così il corretto valore positivo.
Es.:
1a) tan (α1 - z) = 1,0405017 / -0,4315299 = -67,4746246602 + 180° =
112,52537534° = 112°31’31,35”;
1b) tan (α1 - z) = 1,0405017 / -0,4315299 = pol (-0,4315299; 1,0405017)
= 112,52537534° = 112°31’31,35”;
2a) tan (α1 - z) = 2,456 / 1,852 =
52,9810889593° = 52°58’51,92”;
2b) tan (α1 - z) = pol (1,852 / 2,456)
= 52,9810889593° = 52°58’51,92”.
Il risultato di tan (α1 - z) si
aggiunge a z che è già noto. Il risultato è l’ascensione
retta cercata.
Invece il calcolo sin δ1 = C non
richiede alcuna trasformazione, essendo il risultato già la declinazione
cercata.
Si ottengono così l’ascensione retta α2
e la declinazione δ2 corrette per i moti propri e
per la precessione degli equinozi.
Ora si calcola l’effetto della
nutazione.
Ottenuta la differenza di tempo in secoli giuliani dal
1900 con la formula[12]
T = (JD - 2415020,0) / 36525
si calcolano i seguenti parametri:
1) longitudine
media del Sole L = 279,6967° + 36000,7689° * T + 0,000303° * T²;
2) longitudine
media della Luna Lƒ = 270,4342° + 481267,8831° * T - 0,001133° * T²;
3) anomalia
media del Sole M = 358,4758° + 35999,0498° * T - 0,000150° * T²;
4) anomalia
media della Luna Mƒ = 296,1046° + 477198,8491° * T + 0,009192° * T²;
5) longitudine
del nodo ascendente della Luna Ωƒ = 259,1833° - 1934,1420° * T + 0,002078° * T².
Ora si calcolano i valori della nutazione in
longitudine Δψ e della
nutazione in obliquità Δε, i cui coefficienti sono qui scritti, per risparmio
di spazio, in secondi sessagesimali con decimali (nelle calcolatrici devono
essere scritti in forma completa; per es.: 0,01737” = 0°00’00,01737”):
Δψ = - (17,2327” + 0,01737” * T) * sen Ωƒ - (1,2729” + 0,00013” * T) * sen (2L) + 0,2088” * sen (2Ωƒ) - 0,2037” * sen (2Lƒ) + (0,1261” - 0,00031” * T) * sen M + 0,0675” * sen Mƒ - (0,0497” - 0,00012” * T) * sen (2L + M) - 0,0342” * sen (2Lƒ - Ω) - 0,0261” * sen (2Lƒ + Mƒ) + 0,0214” * sen (2L - M) - 0,0149” * sen (2L - 2Lƒ + Mƒ) + 0,0124” * sen (2L - Ω) + 0,0114” * sen (2Lƒ - Mƒ)
Δε = +
(9,21” + 0,00091” * T) * cos Ω + (0,5522” - 0,00029” * T) *
cos (2L) - 0,0904” * cos
(2Ω) + 0,0884” * cos
2Lƒ + 0,0216” * cos
(2L + M) + 0,0183” * cos
(2Lƒ - Ω) + 0,0113” * cos
(2Lƒ + Mƒ) - 0,0093” * cos
(2L - M) - 0,0066” * cos
(2L - Ω).
Ora si calcolano le variazioni in ascensione retta α2
e in declinazione δ2 per effetto della nutazione. Per
fare ciò è necessario prima calcolare l’obliquità dell’eclittica
ε con la formula di Laskar:
U = T / 100
ε = 23°26’21,448” - 0°00’4680,93” * (T / 100) - 0°00’01,55” * (T / 100)² + 0°00’1999,25” * (T / 100)³ - 0°00’51,38” * (T / 100)4 - 0°00’249,67” * (T / 100)5 - 0°00’39,05” * (T / 100)6 + 0°00’07,12” * (T / 100)7 + 0°00’27,87” * (T / 100)8 + 0°00’05,79” * (T / 100)9 + 0°00’02,45” * (T / 100)10
poi si risolvono le seguenti formule:
α2 = (cos ε + sen
ε * sen α1 * tan δ1) * Δψ - (cos
α1 * tan δ1) * Δε
δ2 =
(sen ε *
cos α1) *
Δψ +
(sen α1) *
Δε.
Ora si calcola la longitudine vera del Sole (dal 01/01/1900
UT 12:00:00):
T = (JD - 2415020,0) / 36525
1) longitudine media geometrica del Sole L = 279,69668° + 36000,76892° * T + 0,0003025° * T²;
2) anomalia media del Sole M = 358,47583° + 35999,04975° * T - 0,00015 * T² -
0,0000033° * T³;[13]
3) equazione del centro del Sole C = + (1,91946° - 0,004789° * T - 0,000014° * T²) * sen
M + (0,020094° - 0,0001° * T) * sen (2M) + 0,000293° * sen (3M);
4) longitudine vera del Sole Lv = L + C.
Ora si calcolano le variazioni in ascensione retta Δα3
e declinazione Δδ3 per effetto dell’aberrazione
annua della luce[14] (ε
è ancora l’obliquità dell’eclittica calcolata con
la formula di Laskar):
α3=
-0°00’20,49” * [(cos α1 *
cos Lv * cos ε + sen α1 * sen Lv) /
cos δ1]
δ3 =
-0°00’20,49” * [cos Lv *
cos ε *
(tan ε * cos δ1 -
sen α1 *
sen δ1) +
cos α1 *
sen δ1 *
sen Lv].
Ora si hanno tutti i parametri necessari per calcolare
la posizione apparente della stella α4 e δ4 all’epoca
voluta sommando algebricamente le correzioni, rispettivamente:
α4 = α1 +
α2 + α3
δ4 = δ1 + δ2 + δ3.
Esempio numerico
Si vuole calcolare la posizione apparente di
Spica (α Virginis) all’equinozio di primavera
del 350 d. C., che, calcolato col metodo descritto in: Meeus 1990, pp. 89 – 91
e 1988, pp. 89 – 90 ed in Codebò 2010, si verifica il 20/03/350 d. C. ore 13h
00m 17s UT., cui corrisponde il JD 1848974,04186 (data di arrivo).
Il sito
http://www.alcyone.de/cgi-bin/search.pl?object=HR5056 ci dà le coordinate di
Spica nell’anno B1950.0[15]
= JD 2433282,423)[16]
(data di partenza):
α = 13h 22m 33.301s
δ = -10° 54'
03.36''
mpα/a[17]
= -0h 00m 00,0029s (± 0,001) = -0,0000120833333 (± 0,001)
mpδ/a = -0°00’00,033”
(± 0,001)
Poiché l’ascensione retta α
è data in unità di tempo, la si riduce a gradi sessagesimali moltiplicandola
per 15:
α 13h 22m 33,301s * 15 = 200°39’29,11”.
δ0
= δ + [(T * 100) * mpδ] = -10,8862686528
ζ
= 0°00’2304,948” * T + 0°00’00,302” * T² +
0°00’00,018” * T³ = -10,241828012
z
= 0°00’2304,948” * T + 0°00’01,093” * T² +
0°00’00,019” * T³ = -10,1867316721
θ = 0°00’2004,255” * T - 0°00’00,426” * T² - 0°00’00,042” * T³ =
-8,889111380897
A = cos δ0 * sin (α0 + ζ) = -0,177544568356
B = cos θ * cos δ0 * cos (α0 + ζ) - sin θ * sin δ0 = -0,983403713199
C = sin θ * cos δ0 * cos (α0 + ζ) + cos θ * sin δ0 = -0,0373505436894
tan (α1- z) = A/B =
10,2339882674 + 180° = 190,233988267[19]
sin δ1 = C = -0,0373505436894
α1 = 180,047256595
δ1 = -2,14052640769
L = 279,6967° +
36000,7689° * T + 0,000303° * T² = -557641,920487
Lƒ = 270,4342° +
481267,8831° * T - 0,001133° * T² = -7458175,83412
M = 358,4758° + 35999,0498°
* T - 0,000150° * T² = -557536,608444
Mƒ = 296,1046° +
477198,8491° * T + 0,009192° * T² = -7395087,85508
Ωƒ = 259,1833° - 1934,1420°
* T + 0,002078° * T² = 30234,0358776
Δψ = - (17,2327” + 0,01737”
* T) * sen Ω - (1,2729” + 0,00013” *
T) * sen (2L) + 0,2088” * sen (2Ω) - 0,2037” * sen (2Lƒ) + (0,1261” - 0,00031” *
T) * sen M + 0,0675” * sen Mƒ - (0,0497” - 0,00012” *
T) * sen (2L + M) - 0,0342” * sen (2Lƒ - Ω) - 0,0261” * sen (2Lƒ + Mƒ) + 0,0214” * sen (2L - M) - 0,0149” * sen (2L - 2Lƒ + Mƒ) + 0,0124” * sen (2L - Ω) + 0,0114” * sen (2Lƒ - Mƒ) = 0,0005968330633
Δε = + (9,21” + 0,00091” *
T) * cos Ω + (0,5522” - 0,00029” *
T) * cos (2L) - 0,0904” * cos (2Ω) + 0,0884” * cos 2Lƒ + 0,0216” * cos (2L + M) + 0,0183” * cos (2Lƒ - Ω) + 0,0113” * cos (2Lƒ + Mƒ) - 0,0093” * cos (2L - M) - 0,0066” * cos (2L - Ω) = 0,0026583762126
U = T / 100 = -0,154974937205
ε = 23°26’21,448” - 0°00’4680,93” * (T / 100) - 0°00’01,55” * (T / 100)² + 0°00’1999,25” * (T / 100)³ - 0°00’51,38” * (T / 100)4 -
0°00’249,67” * (T / 100)5 - 0°00’39,05” * (T / 100)6 + 0°00’07,12” * (T / 100)7 +
0°00’27,87” * (T / 100)8 + 0°00’05,79” * (T / 100)9 + 0°00’02,45” * (T / 100)10 =
23,6387189984
α2 = (cos ε + sen ε * sen α1 * tan δ1) * Δψ - (cos α1 * tan δ1) * Δε =
0,0049692578286
δ2 = (sen ε * cos α1) * Δψ + (sen α1) * Δε = -0,0018935084802
M = 358,47583° +
35999,04975° * T - 0,00015 * T² - 0,0000033° * T³ = -557536,595356
C = + (1,91946° -
0,004789° * T - 0,000014° * T²) * sen M + (0,020094° - 0,0001° * T) * sen (2M)
+ 0,000293° * sen (3M) = 1,92610755743
Lv = L + C = -557639,99483
A = 153,23° + 22518,7541° * -15,4974937205 = -348831,020257
B = 216,57° + 45037,5082° * -15,4974937205 = -697751,930515
C =
312,69° + 32964,3577° * -15,4974937205 = -510552,236455
D =
350,74° + 445267,1142° * -15,4974937205 – 0,00144° *
(-15,4974937205)2 = -6900173,91209
E =
231,19° + 20,20° * -15,4974937205 = -81,8593731534
Lv + 0,00134° * cos A + 0,00154° * cos B + 0,002 * cos C + 0,00179 * sen D
+ 0,00178° * sen E = -557639,996176
α3= -0°00’20,49” * [(cos α1 * cos Lƒ * cos ε + sen α1 * sen Lƒ) / cos δ1] = 0,0000838887732
δ3 = -0°00’20,49” * [cos Lƒ * cos ε * (tan ε * cos δ1 - sen α1 * sen δ1) + cos α1 * sen δ1* sen Lƒ] = -0,0011609627891
α4 = α1 + α2 + α3 = 180,052309742° =
12h 00m 12,55s
δ4 = δ1 + δ2 + δ3 = -2,14358305789°
= -2°08’36,89”.
Risulta quindi che Spica in data
20/03/350 d. C., alle ore 13h 00m 17s UT,
aveva la posizione apparente FK4 α4 12h 00m 12,55s e
δ4 -2°08’36,89”.
Trasformiamo[20] tali
coordinate nel sistema FK5[21]:
T = (1848974,04186 – 2451545,0) / 36525 = -16,4974937205 secoli giuliani
Δα = 0h00m00,0775s + 0h00m00,0850s ٭ -16,4974937205 = -0,0007446785359
α5 = α4 + Δα =
-0,0007446785359 + 12h00m12,55s = 12h00m09,87s
Dunque, nel sistema FK5 le coordinate
apparenti di Spica alla data 20/03/350 d.
C. ore 13h 00m 17s UT.
(equinozio di primavera) erano:
α5 = 12h00m09,87s
δ5 = -2°08’36,89”.
Altri esempi numerici
1) calcolare le coordinate equatoriali
di β Tauri al mezzogiorno del 01/01/4061 a. C. JD 238143,0
α 1950 = 5h 23m
07,71s
δ
1950 = 26°34’01,74”
mpα
= 0,0019s
mpδ
= -0,175”
α4
01/01/4061 a. C. = 23h 50m 53,37s
δ4
01/01/4061 a. C. = 2°10’48,87”
2) calcolare le coordinate equatoriali
di ζ Tauri al mezzogiorno del 01/01/4061 a. C. JD 238143,0
α
1950 = 5h 34m 39,263s
δ 1950
= 21°06’50”
mpα
= 0,0001s
mpδ =
-0,022”
α4
01/01/4061 a. C. = 0h 08m 58,93s
δ4
01/01/4061 a. C. = -2°12’36,42”
3) calcolare le coordinate equatoriali
di α Ophiuchi (Ras al Hague) al mezzogiorno del 01/01/3000
a. C. JD 625674,0
α
1950 = 17h 32m 36,696s
δ
1950 = 12°35’41,92”
mpα
= 0,008s
mpδ
= -0,227”
α4
01/01/3000 a. C. = 13h 50m 24,05s
δ4
01/01/3000 a. C. = 28°15’36,44”.
Algoritmo sintetico[22]
Di seguito viene dato l’intero algoritmo con il calcolo tradizionale
degli effetti del moto proprio delle stelle.
1) Calcolo
dei tempi
T = (JD – JD0) / 36524,2199 (data di
arrivo)
δ0 = δ + [(T *
100) * mpδ]
3) Calcolo della precessione (posizione media[23]
della stella)
ζ = (0°00’2304,250” + 0°00'01,396" *T0) * T + 0°00’00,302” * T² + 0°00’00,018” * T³
z = ζ + 0°00’00,791” * T² + 0°00’00,01” * T³
θ = 0°00’2004,682” – 0°00'00,853" * T0) * T - 0°00’00,426” * T² - 0°00’00,042” * T³
A = cos δ0 * sin (α0
+ ζ)
B = cos θ * cos δ0 * cos (α0 + ζ) - sin θ * sin
δ0
C = sin θ * cos δ0
* cos (α0 + ζ) + cos θ * sin δ0
α1= arctan (α0 - z) = (A
/ B)
δ1 = arcsin δ0 = C
L =
279,6967° + 36000,7689° * T + 0,000303° * T²
Lƒ =
270,4342° + 481267,8831° * T - 0,001133° * T²
M =
358,4758° + 35999,0498° * T - 0,000150° * T²
Mƒ =
296,1046° + 477198,8491° * T + 0,009192° * T²
Ω = 259,1833° - 1934,1420° * T + 0,002078° * T²
Δψ = - (17,2327” + 0,01737” * T) * sen Ω - (1,2729” + 0,00013” * T) * sen (2L) +
0,2088” * sen (2Ω) - 0,2037” * sen (2Lƒ) + (0,1261” - 0,00031” * T) * sen M + 0,0675” * sen Mƒ - (0,0497” - 0,00012” * T) * sen (2L + M) -
0,0342” * sen
(2Lƒ - Ω) - 0,0261” * sen (2Lƒ + Mƒ) + 0,0214” * sen (2L - M) - 0,0149” * sen (2L - 2Lƒ + Mƒ) + 0,0124” * sen (2L - Ω) + 0,0114” * sen (2Lƒ - Mƒ)
Δε = + (9,21” + 0,00091” * T) * cos Ω + (0,5522” - 0,00029” * T) * cos (2L) -
0,0904” * cos (2Ω) + 0,0884” * cos 2Lƒ + 0,0216” * cos (2L + M) +
0,0183” * cos
(2Lƒ - Ω) + 0,0113” * cos (2Lƒ + Mƒ) - 0,0093” * cos (2L - M) -
0,0066” * cos
(2L - Ω)
U = T /
100
ε = 23°26’21,448” - 0°00’4680,93” * (T / 100) -
0°00’01,55” * (T /
100)2 + 0°00’1999,25” * (T / 100)3 - 0°00’51,38” * (T / 100)4
- 0°00’249,67” * (T / 100)5 - 0°00’39,05” * (T / 100)6
+ 0°00’07,12” * (T / 100)7 + 0°00’27,87” * (T / 100)8
+ 0°00’05,79” * (T / 100)9 + 0°00’02,45” * (T / 100)10
α2 = (cos ε + sen ε * sen α1 * tan δ1) * Δψ - (cos α1 * tan δ1) * Δε
δ2 =
(sen ε *
cos α1) *
Δψ +
(sen α1) *
Δε
M = 358,47583° + 35999,04975° * T -
0,00015 * T² - 0,0000033° * T³
C = + (1,91946° - 0,004789° * T -
0,000014° * T²) * sen M +
(0,020094° - 0,0001° * T) * sen (2M) + 0,000293° * sen (3M)
Lv = L + C
α3=
-0°00’20,49” * [(cos α1 *
cos L *
cos ε +
sen α1 *
sen L) /
cos δ1]
δ3 =
-0°00’20,49” * [cos L * cos ε * (tan ε * cos δ1 - sen α1 *
sen δ1) +
cos α1 *
sen δ1*sen
L]
6) Calcolo
della posizione apparente
α4 = α1 + α2 + α3
δ4 = δ1 + δ2 + δ3
7) Eventuale trasformazione dei dati da FK4 a FK5
T =
(JD – 2451545.0) / 36525
α5 = α4 +
0h00m00,0775s + 0h00m00,0850s * T
FK4 B1900.0 programmato per la
calcolatrice CASIO FX 9700GE
|
Ringraziamenti
Si ringrazia caldamente la dott.ssa
Elena Salvo per la puntuale e ripetuta correzione delle bozze e tutti coloro
che hanno contribuito in qualsiasi modo alla stesura ed alla pubblicazione di
questo articolo. Un grazie particolare a Giuseppe Veneziano per la pazienza
quasi “eroica” nel sopportare, anno per anno, i ritardi di consegna delle
relazioni da parte degli autori e l’encomiabile costanza nell’organizzare i
seminari A.L.S.S.A.
Bibliografia
[1] Fino all’equinozio medio B1950.0 fu in uso il Fundamental Katalog 4 FK4; dall’equinozio medio J2000.0 la International Astronomical Union IAU adottò (in realtà dal 1984) il Fundamental Katalog 5 FK5 (questi cataloghi sono compilati presso il Veröffentlichungen Astronomisches Rechen-Institut Heidelberg). I due sistemi presentano delle piccole differenze:
1) l’inizio dell’anno besseliano nel FK4 e dell’anno giuliano nel FK5;
2) l’omissione dei cosiddetti “termini E” (eccentricità e longitudine del perielio dell’orbita terrestre) nelle due formule di correzione dell’aberrazione annua per il sistema FK4 ed il loro utilizzo nelle stesse formule per il sistema FK5;
3) un piccolo errore di posizione del punto zero dell’ascensione retta del sistema FK4.
A causa di queste differenze non si possono usare gli algoritmi del sistema FK5 con le coordinate stellari del sistema FK4. E’ però possibile calcolare il moto processionale delle stelle di cui si abbiano le coordinate nel sistema FK4 con gli algoritmi di Newcomb qui presentati (che sono riferiti al sistema FK4) e trasformarlo poi nel sistema FK5 aggiungendo all’ascensione retta finale la cosiddetta “correzione per l’equinozio”: α5 = α4 + 0h00m00,0775s + 0h00m00s * T, dove T sono i secoli giuliani dal J2000.0 alla data per cui si è effettuato il calcolo (Meeus 2005, pp. 139 – 140).
[2] Ricordo che il sito http://www.alcyone.de/SIT/bsc/bsc.html, allo Smithsonian Astrophysical Observatory Star Catalogue, definisce erroneamente i moti propri in ascensione retta come arcosecondi (arcsec) anziché cronosecondi (cioè secondi di tempo) come effettivamente sono (si confrontino in proposito gli altri cataloghi in linea dove il valore numerico è lo stesso ma definito come secondi di tempo).
[3] Com’è noto, la numerazione in giorni giuliani fu introdotta nel 1582 da Jean Joseph Scaligero. E’ una sequenza ininterrotta di giorni a partire dalle ore 12:00:00 di Greenwich (UT) del 01/01/4713 a. C.. La specificazione “delle effemeridi” indica che si tratta di un tempo uniforme o dinamico DT, cioè scandito dagli orologi atomici e non soggetto alle variazioni del moto della Terra, come accade invece al tempo universale UT. Per una disamina dettagliata di questi argomenti si vedano Meeus 2005, capp. 7 e 10 e Pannunzio 2002.
[4] Fino al 1984 per la posizione delle stelle si usava l’Anno Besseliano, indicato con B, che comincia nell’istante in cui la longitudine del Sole, affetta dall’aberrazione (-20,5”) e misurata dall’equinozio medio della data, è esattamente 280°00’00,00”. Questo istante dista sempre non più di un giorno dall’inizio dell’anno civile gregoriano. Secondo Newcomb, nel 1900 la lunghezza dell’anno besseliano, uguale a quella dell’anno tropico, era di 365,2421988 giorni (Meeus 2005, p. 133). L’anno tropico si può definire come:
1) l’intervallo di tempo che trascorre tra due passaggi del Sole fittizio - e quindi anche medio - all’equinozio di primavera (che si sposta sull’eclittica in senso retrogrado, cioè orario, alla velocità media di 50,29” all’anno (esattamente: 50,290966” al J2000.0). Esso dura 365,242186315 giorni medi (la sua durata tende a diminuire con i secoli);
2) l’intervallo di tempo durante il quale la longitudine del Sole – e quindi anche la sua ascensione retta – cresce di 360°00’00,00”. Così posto, l’inizio dell’anno tropico è arbitrario, benché una volta fissato, sia indipendente da qualsiasi tempo locale tm. Bessel propose di farlo iniziare nell’istante sopra descritto, affinché si discostasse il meno possibile dall’inizio dell’anno civile che, per ragioni pratiche, deve cominciare alla mezzanotte locale (Zagar 1984, pp. 116 – 117).
Dal 1984 in poi si cominciò ad utilizzare l’Anno Giuliano delle Effemeridi JDE, che comincia sempre alle ore 12:00:00 TD (Tempo Dinamico, segnato dagli orologi atomici e “successore” del Tempo delle effemeridi ET) del primo gennaio di ogni anno. La nuova epoca di riferimento (standard epoch) per i cataloghi stellari divenne così l’anno J2000.0 = JDE 2451545,00 cioè pari a 2451545,00 giorni giuliani esatti (Meeus 2005, pp. 77 – 80; 133).
[5] Trascurabile secondo Meeus, almeno per le elongazioni maggiori di 15° (Meeus 2005, p. 150).
[6] Meus la trascura sempre (Meeus 1988, p. 72; 1990, p. 72; 2005, p. 150).
[7] Smart 1977 e Zagar 1984 sono due pregevoli manuali professionali di astronomia sferica, però di non facile lettura. La loro utilità, a giudizio dello scrivente, sta più nell’approfondita descrizione e disamina dei fenomeni (parte carente in Meeus) che negli algoritmi di calcolo utilizzati. Le formule descritte in Meeus 1988, 1990 e 2005 sono più semplici ed altrettanto efficaci.
[8] Il calcolo del moto proprio delle stelle qui descritto è quello tradizionale che suppone gli astri in moto uniforme. Nella realtà non è così: la loro velocità varia a seconda che si avvicinino o si allontanino dal Sole (velocità radiale combinata con la distanza). Nel sistema FK4 si utilizza ancora il calcolo classico, mentre nel sistema FK5 si utilizza il più preciso metodo della velocità radiale (Meeus 2005, pp. 140 – 142). Anche questo è un elemento di minore precisione dell’algoritmo FK4 B1900.0 per il calcolo della posizione apparente delle stelle rispetto al più preciso (e complesso) algoritmo J2000.0 FK5.
[9] Un metodo più rigoroso per il calcolo dell’aberrazione è quello di Ron – Vondrák descritto in Meeus 2005, pp. 153 – 158.
[10] * indica il segno di moltiplicazione; / il segno di divisione.
[11] Se l’equinozio standard di partenza è il B1950.0, si può usare direttamente il metodo FK4 B1950.0 (Codebò 2011).
[12] Nel mio precedente articolo Il calcolo FK4 B1950.0 della precessione delle stelle, pubblicato negli Atti del Seminario A.L.S.S.A. 2011 ho erroneamente attribuito il JD 2415020.0 alla data 01/01/1950 UT 12h 00m 00s, mentre invece esso è quello della data 01/01/1900 UT 12h 00m 00s, la stessa utilizzata in questo articolo. Il JD della data 01/01/1950 UT 12h 00m 00s è 2433283.0. me ne scuso vivamente con i lettori.
[13] I lettori noteranno in questi calcoli della longitudine vera del Sole alcune differenze con le identiche formule usate per calcolare la nutazione. Queste differenze riguardano la quarta e la quinta cifra decimale dei coefficienti numerici. Ciò è dovuto al fatto che, come dice espressamente Meeus, il calcolo della longitudine vera del Sole per la posizione apparente delle stelle va effettuato con un numero maggiore di decimali rispetto al calcolo della longitudine media usato per il calcolo della nutazione. In generale si tenga presente che i calcoli astronomici vanno eseguiti con un elevato numero di decimali, pena una precisione insufficiente nei risultati, e gli eventuali arrotondamenti vanno fatti sul risultato finale dei calcoli. Nel suo libro Astronomical Algorithms Meeus dedica l’intero secondo capitolo all’accuratezza da usare nei calcoli. Il problema non è posto soltanto dalle formule, ma anche dalle macchine di calcolo usate: non sempre quest’ultime eseguono i calcoli con una precisione sufficiente, a causa degli arrotondamenti che i software impongono loro. E’ bene dunque verificare l’accuratezza degli arrotondamenti delle macchine calcolatrici usate, come descritto nel citato cap. II di Meeus 2005 (in cui sono date anche procedure di verifica cui sottoporle), ed eseguire i calcoli con il massimo dei decimali significativi consentiti. Attenzione però:
a) alla differenza che corre tra il numero dei decimali della mantissa usata per i calcoli e quello dei decimali visualizzati sul display: è il numero dei decimali usato dalla mantissa del calcolatore che deve essere massimo (oltre 10 decimali)! Un calcolatore che esegua calcoli con una mantissa di 5-6 decimali soltanto non è sufficiente;
b) alla differenza che corre tra numero di decimali e numero di decimali significativi, cioè diversi da 0. Un calcolatore che esegua calcoli con una mantissa di soli 6-8 decimali significativi non è sufficiente.
[14] In queste formule, da usarsi nel sistema FK4, mancano i cosiddetti “termini E” che contengono l’eccentricità dell’orbita terrestre. Essi devono invece essere inseriti quando si calcola l’aberrazione della luce nel sistema FK5, come descritto nella nota 1.
[15] Ho
volutamente riproposto lo stesso esempio di Spica del mio precedente articolo Il calcolo FK4 B1950.0 della precessione
delle stelle (Codebò 2011) per mostrare l’uguaglianza dei risultati. In
effetti, l’algoritmo FK4 B1950.0 non è che un caso particolare, determinato
dall’uso di coordinate stellari B1950.0, dell’algoritmo FK4 B1900.0.
[16] Non possiamo utilizzare le coordinate J2000.0 perché appartengono al sistema FK5, leggermente differente dal sistema FK4.
[17] /a = all’anno.
[18] Sono evidenziate col colore le ascensioni rette e le declinazioni corrette, rispettivamente, per i moti propri (α1 e δ1); la nutazione (α2 e δ2) e l’aberrazione annua (α3 e δ3).
[19] Per ottenere la tangente nel quadrante corretto si aggiungono 180° se il denominatore della frazione è minore di zero, come in questo caso.
[20] Tutte le altre condizioni sono già state osservate nell’algoritmo FK4 B1900.0.
[21] Il giorno giuliano della data di riferimento J2000.0 per il sistema FK5 è 2451545.0.
[22] In formule come tan (α – z) = A / B; sen δ = C; cos ψ = (Δ2 + 0,4768) / 2Δ; ecc., il risultato che si ottiene è naturalmente il valore della tangente, del seno e del coseno. Per ricavare il valore in gradi sessagesimali di tali funzioni trigonometriche occorre calcolare l’arcotangente arctan, l’arcoseno arcsen, l’arcocoseno arcos. Con le tavole logaritmiche bastava cercare il valore della funzione trigonometrica ottenuta col calcolo e si passava immediatamente al suo corrispondente valore angolare sessagesimale. Nelle calcolatrici elettroniche moderne, cosiddette “scientifiche” perché hanno appunto le funzioni trigonometriche (e non solo!); occorre premere il tasto che generalmente, ma impropriamente, è indicato come tan-1; sen-1; cos-1: la calcolatrice restituirà direttamente il valore angolare sessagesimale corrispondente alla funzione trigonometrica. Per calcolare la cotangente cotan (o anche ctan), la secante sec e la cosecante cosec con le suddette calcolatrici occorre calcolare, rispettivamente, la tangente il coseno ed il seno del reciproco del valore della funzione trigonometrica: arcotan X = arctan (1/X); arcsec X = arcos (1/X); arcosec X = arcsen (1/X).
[23] S’intende per posizione media di una stella in un dato istante la sua posizione sulla sfera celeste vista da un osservatore posto sul Sole e riferita all’eclittica ed all’equinozio medio dell’istante considerato (Meeus 1988, p. 71; 1990, p. 71; 2005, p. 149).