LA STELLA DI BETLEMME: UN’IPOTESI ASTRONOMICA
Mario Codebò
(articolo richiesto da una
rivista confessionale e poi rifiutato nel 2019)
L’ipotesi di seguito esposta è stata sviluppata da me, da Ettore Bianchi e da Giuseppe Veneziano a partire dal 2005 in alcuni articoli, i principali dei quali sono citati nella bibliografia essenziale. Ad essi i lettori possono fare riferimento per i dettagli di quanto qui esposto necessariamente in forma sommaria e per la vasta bibliografia consultata. Il punto di partenza fu la considerazione di G. Veneziano che la stella fu visibile ai soli Magi e non ad altri (Mt 2, 2-8). Due soli “corpi” celesti sono visibili ad occhio nudo soltanto a chi sa dove cercarli: i punti equinoziali di primavera (o punto vernale, o primo punto di Ariete, o punto ^) e d’autunno (o punto d) ed il loro moto precessionale. Il punto vernale entrò nella costellazione dei Pesci intorno al 50 a.C., dando inizio all’Era Zodiacale dei Pesci (si ricordi che il più antico simbolo cristiano a noi noto è il pesce); il punto autunnale entrò in Vergine intorno al 16 a.C. Nei precedenti 2147 anni (II e I millennio a.C.) erano stati rispettivamente in Ariete ed in Bilancia e nel IV e III millennio a.C. rispettivamente in Toro ed in Scorpione. Tra il 04 giugno ed il 13 dicembre del 7 a.C. avvenne un fenomeno astronomico rarissimo (di gran lunga più imponente di qualsiasi altro avvenuto a cavallo del cambio di millennio, come dimostranole ricerche di Giuseppe Veneziano sugli altri fenomeni astronomici a cavallo dei due millenni), che nei precedenti 30000 anni si verificò soltanto altre cinque o sei volte: una triplice congiunzione dei pianeti Giove e Saturno in una costellazione - i Pesci - in cui l’equinozio di primavera era appena entrato. Noi identifichiamo la Stella di Betlemme proprio in questo fenomeno rarissimo per le ragioni di seguito descritte.
Il testo ebraico (TM) dell’AT colloca la creazione circa nel 4000 a.C. (si noti che la prima metà del IV millennio a.C. è l'epoca un cui i Sumeri, iniziatori dell'astronomia mesopotamica, si stanziarono in Mesopotamia, provenienti ancora oggi non si sa da dove; forse dall'India), mentre il testo greco (Septuaginta) lo colloca nel 5500 a.C., fondamentalmente allungando l’età in cui i patriarchi pre-diluviani generarono i loro primogeniti (Gen 11,10-32). 4000 anni corrispondono alla effettiva velocità della precessione degli equinozi (0°00’50” all’anno, pari ad 1° ogni 72 anni) per passare dal Toro ai Pesci, mentre 5500 anni sono il tempo che essa impiegherebbe se si muovesse alla velocità ipotizzata da Tolomeo nel suo Almagesto (0°00’36” all’anno, pari ad 1° ogni 100 anni) ma non da Ipparco, che affermò che tale velocità deve essere <...non meno di 1° ogni cento anni...>, quindi potenzialmente anche più veloce (come di fatto è). Sembra quindi che esistessero due stime di velocità: una esatta in ambito mesopotamico ed una errata in ambito greco. Se così è, la precessione fu un fenomeno non scoperto da Ipparco ma ben noto, almeno nei suoi effetti, già da qualche millennio, come molti altri indizi fanno pensare. La triplice congiunzione Giove_Saturno in una costellazione in cui era appena entrato l’equinozio di primavera, precedente al 7 a.C., avvenne nel 4038 a.C. nel Toro, cioè quando il testo ebraico biblico data la creazione del mondo. Poiché lo Zeder Olam Rabat, risalente al II secolo d.C., commette due errori datando la creazione del mondo al 3761 dalla distruzione del secondo tempio (data la distruzione del secondo tempio al 68 d.C. invece che al 70 d.C., e stima in soli 34 anni la durata del dominio persiano, che invece fu di oltre duecento anni: dal 538 a.C., data dell’editto di liberazione di Ciro, al 331 a.C., data della battaglia di Gaugamela e della conquista di Babilonia da parte di Alessandro Magno), la data biblica della creazione creazione va corretta al 3971, cioè a circa il 4000 a.C., come dai calcoli di James Ussher (4004 a.C.), vescovo anglicano di Dublino nel XVII secolo, e dei Testimoni di Geova (4026 a.C.).
I Magi erano una casta sacerdotale dello Zoroastrismo o Mazdeismo, un monoteismo il cui testo sacro è l’Avestā e la morale è molto simile a quella cristiana. Anche nel Mazdeismo esiste una figura simile al Messia: il Saošyant, destinato a nascere da una vergine alla fine dei 12000 anni di durata della creazione di Ahura Mazdā quando il male sembra trionfare sul bene per volere di Angra Mainyu (corrispondente al Satana ebraico), ed a condurre il popolo dei devoti di Ahura Mazdā attraverso l’Ayah o giudizio finale. L’unica differenza tra il Saošyant ed il Messia cristiano è che il primo non deve riscattare nessun “peccato originale” (quindi è più simile al Messia ebraico). Noi pensiamo che i Magi siano venuti a Betlemme non a cercare il Messia ma il Saošyant (come già scritto nel 1933 dal gesuita Giuseppe Messina nel suo libro I Magi a Betlemme ed una predizione di Zoroastro) quando videro l’equinozio di autunno entrare nella Vergine (12000 anni prima – tanti quanto dura la creazione di Ahura Mazdā – la situazione astronomica era invertita: l’equinozio di primavera era in Vergine e quello di autunno in Pesci), guidati da oriente verso occidente (secondo un’ipotesi fatta da Alessandro Veronesi) dal moto retrogrado (ovvero, nel senso orario) di Giove e Saturno che si verificò tra il 27/07 ed il 21/11 del 7 a.C. (dati del programma di calcolo astronomico Solex 12.1). Quindi Gesù deve essere nato nell’autunno del 7 a.C. anzichè il 25/12. Riteniamo che la frase di Mt 2,9 <...Ed ecco la stella che avevano visto nel suo sorgere li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino...> descriva l’arresto del moto retrogrado di Giove e Saturno e la ripresa del moto diretto (antiorario) che avvenne il 22/11/07 a.C. Supponendo in km. 50 al giorno la velocità di viaggio di una carovana, essi dovrebbero quindi essere partiti non dalla Persia occidentale, fortemente ellenizzata, ma da quella centrale (Persepoli?) o addirittura da quella orientale (Bactriana-Margiana). L’ingresso del punto d nella Vergine nel 16 a.C. corrisponderebbe alla nascita verginale del Saošyant. Un’ipotesi alternativa, sviluppata da Ettore Bianchi, è che i Magi siano stati chiamati a Gerusalemme da Erode stesso - notoriamente disposto a tutto pur di conservare il trono - per ottenere dettagliati chiarimenti circa la nascita, data ormai per imminente, del Messia secondo la profezia di Nm 24,17, ottenendo così due vantaggi in una sola volta: consultare i massimi astrologi del tempo ed essere ragionevolmente sicuro che essi non fossero implicati in eventuali congiure di palazzo in quanto stranieri provenienti da paesi lontani. Secondo Mt 2,7.16, egli si fa raccontare nei minimi dettagli (ἠκρίβωσεν) il “tempo della stella” ed in funzione di esso ordina la strage dei maschietti di Betlemme dai due anni in giù, in accordo con la migliore previsione dei moti planetari che i calcoli astronomici del tempo potevano permettere.
L’incompatibilità tra il testo di Mt 2 e di Lc 2 sta nel fatto che i testi biblici non sono racconti storici come l’intendiamo noi moderni, ma midrash, nello specifico haggadiche, cioè agiografie, il cui autore prende ed interpreta liberamente dati storici per dimostrare una sua tesi precostituita: nello specifico, Matteo intende dimostrare agli ebrei che Gesù è il Messia delle profezie vetero-testamentarie, mentre Luca si propone di dimostrare ai pagani che Gesù è il Figlio di Dio.
L’inizio della nuova Era Zodiacale dei Pesci, intesa come una nuova Età dell’Oro, e delle aspettative in essa universalmente riposte fu cantato da Virgilio nella IV Bucolica (4-12): <...L’ultima età giunge ormai dalla profezia cumana, la serie dei grandi secoli comincia da capo, ormai torna persino la Vergine, tornano i regni di Saturno, ormai una nuova razza s’invia dall’alto cielo. Tu al fanciullo che ora nasce, per cui cesserà finalmente la razza del ferro e sorgerà in tutto il mondo la razza dell’oro, sii benevola casta Lucina: già regna il tuo Apollo. E proprio sotto il tuo consolato, sotto il tuo consolato, o Pollione, questa splendida età avrà inizio e cominceranno a svolgersi i grandi mesi...>. Il riferimento al consolato di Asinio Pollione data questi versi al 40 a.C. Solo sei anni prima Giulio Cesare aveva riformato il vecchio calendario di Numa Pompilio, non certo per necessità (dato che era sfasato di ben tre mesi da ormai molti decenni), ma più che altro per marcare la fine di un’età precedente e l’inizio di una nuova. Questa attesa “escatologica” fu comune a tutto il modo di allora, sfociando spesso in fatti bellicosi: dalla rivolta degli “Eliopolitani” di Pergamo a metà del II secolo a.C. fino alla seconda guerra giudaica conclusasi nel 135 d.C. All’inizio dell’età imperiale romana la vecchia religione di stato aveva perso credibilità a vantaggio di nuove religioni che promettevano non un triste Averno post mortem ma una “salvezza”. Le principali furono i Culti di Mitra, i Misteri di Iside ed il Cristianesimo. Ma, mentre i primi due l’accordavano a chi avesse percorso un lungo periodo d’iniziazione e di conoscenza (essendo quindi di fatto alla portata soltanto di chi non fosse analfabeta e disponesse di un patrimonio tale da consentirgli di studiare senza dovere lavorare), il Cristianesimo l’accordava a tutti immediatamente in forza di un solo atto di fede materializzato dal battesimo. Inevitabilmente quindi esso diventò la religione prevalente a partire dalle classi più disagiate: poveri, schiavi, prigionieri, ecc.
Sulla base di questa corrispondenza astronomica tra Mt 2 e la triplice congiunzione del 7 a.C. e sull’affermazione contenuta nell’Enciclopedia Cattolica 1954 alla voce “Cronologia VIII. La cronologia del diluvio e dei tempi precedenti": <...Le genealogie sono dunque da considerare come schemi fatti dal S. Autore per esprimere qualche idea religiosa o culturale, la quale però ora ci sfugge...>., abbiamo voluto indagare se anche le altre datazioni contenute nei primi undici capitoli di Genesi (di chiara provenienza sumerica) potessero essere correlate ad eventi astronomici. Abbiamo trovato le seguenti possibili “coincidenze” (le datazioni bibliche sono quelle proposte dai Testimoni di Geova):
1) creazione: circa il 4000 a.C. e triplice congiunzione Giove-Saturno in Toro nel 4038 a.C.;
2) diluvio: 2370 a.C. e uscita del punto d dallo Scorpione nel 2305;
3) nascita e vocazione di Abramo: circa 2000 a.C. e uscita del punto vernale dal Toro nel 2003 a.C.;
Riteniamo quindi che lo “schema” usato nei primi 11 capitoli di Genesi sia basato su fenomeni precessionali degli equinozi di primavera e di autunno e, più in generale, che nell'ossatura cronologica dei testi biblici siano rimaste tracce dell'antica astronomia mesopotamica.
Bibliografia essenziale
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Bianchi E., Codebò M., Veneziano G., Ipotesi astronomica sulla Stella di Betlemme e sulle aspettative escatologiche coeve nel mondo mediterraneo, Atti del V Congresso SIA, Milano, 2005, http://www.archaeoastronomy.it/ipotesi_astronomica_betlemme.htm
Bianchi E., Codebò M., Veneziano G., Dalla Stella di Betlemme alla creazione del mondo, Atti del IX Seminario ALSSA, Genova, 2008, http://www.archaeoastronomy.it/stella_betlemme_creazione_mondo.htm
Bianchi E., Codebò M., Veneziano G., Tempo della creazione e ciclo processionale nella Bibbia, Atti del X Seminario ALSSA, Genova, 2010, http://www.archaeoastronomy.it/tempo_creazione.htm
Bianchi E., Codebò M., Veneziano G., Tempo della creazione e ciclo processionale nella Bibbia, Atti del VII Congresso SIA, Roma, 2010, http://www.archaeoastronomy.it/tempo_creazione.htm
Codebò M., La precessione degli equinozi prima d’Ipparco: dalla Stella di Betlemme alla creazione del mondo, in “Cronache di archeologia”, vol. 9, Sassari, 2012, http://www.archaeoastronomy.it/Sassari_2011.htm
Codebò M., The knowledge of the aequinoctial precession before Hypparcus, in: “Cielo e Terra: fisica e astronomia, un antico legame. Saggi di storia dell’astronomia e dell’archeoastronomia”, Aracne, Ariccia (RM), 2014, http://www.archaeoastronomy.it/The_knowledge.htm
Codebò M., La triplice congiunzione Giove-Saturno del 12895, Atti del XIX Seminario ALSSA, Genova, 2017 http://www.archaeoastronomy.it/triplice_congiunzione.pdf
Codebò M. Sulla Coppa Foroughi e sui sette pianeti nel mondo antico, Atti del XVIII Convegno SIA, Genova, 2018 (in corso di stampa), http://www.archaeoastronomy.it/coppa_foroughi.htm
Codebò M., Agiografia di Matteo 2 e prevedibilità della Stella di Betlemme, Atti del XXI Seminario A.L.S.S.A. di Archeoastronomia, Genova 30-31 marzo 2019, Edizioni ALSSA, ISBN 978-88-942451-3-4.