ARCHEOASTRONOMIA LIGUSTICA
Pubblicato in: Rivista Italiana di Archeostronomia, III, 2005, Edizioni Quasar, Roma, pp. 79-82, ISBN 88-7140-284-7.
AGGIORNAMENTO SUGLI ORIENTAMENTI
ASTRONOMICI DELLE MONOFORE DELLE ROVINE DELLA CHIESA DI SAN LORENZO AL CAPRIONE
(LERICI - LA SPEZIA)
Vittorio Bonòra, Enrico Calzolari, Mario Codebò, Henry De Santis
Negli atti del XVIII Congresso di Storia della Fisica e dell’Astronomia è riportata la relazione avente titolo: “Gli orientamenti delle chiese del Caprione (SP) e dell’Isola di Bergeggi (SV)” (V. Bonora, E. Calzolari, M. Codebò, H. De Santis 1999).
Nella pagina 2, e parzialmente, nella pagina 3 della relazione, si legge:
“Per calcolare l’orientamento delle tre monofore si sono prese alcune serie di misure ponendo il teodolite Galileo TG4 al centro ipotetico dell’altare sull’asse 90°-270° e alla metà della distanza tra i due pilastri dell’abside, misurando poi da lì l’altezza dell’orizzonte visibile attraverso ciascuna
monofora. Si sono infine utilizzati i valori medi.
Tabella n. 2: Monofore di S. Lorenzo al Caprione
Monofora alfa Azimut ho delta
NE 38,5° 52,1° 4,(7)° 29.4°
E 90,5° 90,51° 4,0° 1.9°
SE 37,3° 127,96° 8,(7)° - 19.8°
E’ evidente che nessuna monofora sottende qualche declinazione significativa. Quella NE è completamente fuori da ogni amplitudine ortiva sia del Sole che della Luna nel basso medioevo. Quella E sottende solo con grossolana approssimazione il sorgere del Sole agli equinozi; tenendo conto che l’astro diurno si muove in questo periodo alla sua massima velocità, la declinazione media di 2°, corrisponde all’incirca al 26-27/3 o al 17-18/9 , si discosta troppo dagli equinozi. Quella SE sottendeva (come oggi) il Sole alle ultime decadi di novembre e gennaio. Tuttavia occorre notare che è stata visibilmente modificata, murandone la porzione inferiore, cosicché oggi si mostra sensibilmente più alta delle altre due, mentre in epoche passate doveva essere all’incirca allo stesso livello; in tal caso doveva sottendere una declinazione corrispondente a quella del Sole al solstizio d’inverno ed al S. Natale.
E’ quella che presenta, come vedremo più avanti, le maggiori somiglianze azimutali con la monofora meridionale della chiesa bi-absidata (e pressoché coeva) dell’isola di Bergeggi……Ci pare quindi che si possa concludere che questa chiesa fu innalzata senza giochi luminosi absidali significativi (salvo modifiche successive alla monofora destra), ma con un rigoroso orientamento equinoziale del corpo di fabbrica, voluto ed accuratamente calcolato in fase preliminare mediante strumentazione.”
Durante successive ricognizioni al vicinissimo “quadrilithon” che dà luogo al fenomeno sostiziale estivo della farfalla dorata (Barale 2001, Calzolari 1997, Calzolari 1998, Calzolari 1999, Calzolari 2000, Calzolari 2002) Enrico Calzolari ha invece visto che il Sole appare nella monofora E, all’equinozio, alle ore 05 52 TU (ora legale estiva 07 52, con declinazione 00° 28’ N) circa cinque minuti dopo il sorgere indicato nelle Effemeridi come 05 47 TU, ed in quella SE al solstizio d’inverno circa le ore 09 tm (08 TU) con un ritardo di 25 minuti rispetto a quanto indicato dalle Effemeridi (sorgere alle ore 07 35 TU, con declinazione 23° 26’ S).
Questi ritardi sono dovuti al retrostante profilo dell’orizzonte visibile: le lontane Alpi Apuane ed il vicino declivio ad E, le lontane Alpi Apuane ed i più vicini Monti Branzi a SE. Non appare invece mai durante l’intero corso della mattinata del solstizio d’estate nella monofora NE.
Dobbiamo perciò correggere in senso affermativo quanto sostenuto nel ns. precedente lavoro collettivo: anche in S. Lorenzo al Caprione, come in altre chiese studiate (Bonòra, Codebò, De Santis, Marano Bonòra A. 2000, Codebò 2001, Codebò 2002, Codebò, De Santis 2003) ed altre in corso di studio i giochi di luce sono presenti.
Quanto sopra esposto riteniamo sia un buon esempio di come l’osservazione visuale dei fenomeni sia generalmente migliore e preferibile alle misure strumentali, che possono sempre essere affette da errori, anche grossolani - come in questo caso - talvolta dovuti allo stato di conservazione di un sito ed alle sfavorevoli condizioni del paesaggio (qui molto alberato).
Ci s’impone però anche una curiosa constatazione. Raffrontando le tecniche costruttive delle due chiese coeve (San Lorenzo al Caprione e Isolotto di Bergeggi) emerge che l’illuminazione dell’altare attraverso la monofora della chiesa dell’isola, non avendo ostacoli sul mare, è pressoché coincidente con il sorgere astronomico dell’astro diurno, mentre nella chiesa di San Lorenzo al Caprione lo stesso effetto di illuminazione ritarda: ne consegue che probabilmente nella chiesa del Caprione la liturgia delle Lodi e della S.Messa mattutine era celebrata “in ritardo” rispetto all’Isola di Bergeggi.
Bibliografia
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Bonòra V., Calzolari E., Codebò M., De Santis H. (1999) Gli orientamenti delle chiese del Caprione (SP) e dell’isola di Bergeggi (SV). In: Atti del XVIII Congresso Nazionale di Storia della Fisica e dell’Astronomia, Milano
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Codebò M., De Santis H. (2003) Studi di archeoastronomia nel Genovesato. In: Atti del I Congresso Nazionale di Archeoastronomia, Astronomia Antica e Culturale e Astronomia Storica, Padova, 28 – 29 Settembre 2001.