A. Priuli (2006) Il linguaggio della preistoria, ed. Ananke,
Torino, pp. 320, Euro 25,00 (i.i.)
dalle alette di copertina:
Da oltre un secolo molti studiosi ricercatori, cultori e appassionati si
occupano della ricerca e dello studio degli infiniti segni lasciati dall'uomo
in grotte, ripari e sulle rocce alpine levigate dai ghiacciai. Ogni giorno
si aggiunge un nuovo tassello, una nuova scoperta ed il panorama sulla
produzione paleoiconografica italiana si estende sempre di più,
permettendo di conoscere sempre meglio, anche se sempre molto superficialmente,
l'uomo del quale è espressione.
Oramai ogni angolo, montagna, valle alpina è stata indagata;
molto meno è stato fatto lungo la estesa catena appenninica, lungo
le coste e sulle isole, pertanto è probabile che quanto è
emerso fino ad ora sia solo una parte di quanto è stato prodotto
e che verrà in luce negli anni a venire, quando l'archeologia rupestre
non sarà più fagocitata da quella classica e le espressioni
dei nostri più antichi antenati assumeranno la stessa dignità
delle espressioni culturali storiche.
Purtroppo, in tanti anni, poco è stato fatto per operare in
termini divulgativi che permettessero a tutti di cogliere come l'Italia
sia custode anche del più ricco patrimonio di arte preistorica al
mondo, tanto che si può menzionare un solo lavoro che ha svolto
anche questa funzione, edito nel 1973 e redatto da Paolo Graziosi, padre
degli studi sull'arte preistorica in Italia, al quale tutti dobbiamo molto.
Questo lavoro non vuoI essere un compendio che pretende di fare il
punto dello stato della ricerca, anche perché sarebbe impossibile
in questa sede menzionare ogni sito, ogni ritrovamento e tutti gli studi
che sugli stessi sono stati effettuati ma vuole offrire un quadro d'insieme
del fenomeno, ancora poco conosciuto, dell'archeologia rupestre italiana
e spunti di riflessione per possibili approfondimenti.
La trattazione tocca tanti angoli remoti del nostro paese e descrive
alcuni dei più importanti complessi di arte rupestre e parietale
dipinti o incisi; approfondisce la conoscenza di alcuni monumenti e delle
più semplici manifestazioni dell'uomo che dalla preistoria paleolitica
si sono mantenute nella tradizione incisoria fino quasi a noi.
Ausilio Priuli è nato a Capo di Ponte in Valle Camonica nel
1951. Ha trascorso la sua infanzia tra le rocce incise, seguendo fin dalla
sua infanzia gli studiosi che in quegli anni, a seguito dei primi studi
condotti sulle incisioni dai proff. G. Marro, G. Laeng, E. Suss, M. Mirabella
Roberti, P. Graziosi e tanti altri, frequentavano i luoghi di rinvenimento,
dando loro in continuazione preziose indicazioni su nuove rocce incise,
su siti di interesse preistorico.
Scoperto tra le rocce a metà degli anni sessanta dall'allora
soprintendente alla Archeologia della Lombardia, prof. Mario Mirabella
Roberti, è stato invogliato ad intraprendere studi regolari fino
a conseguire la laurea in Archeologia con il massimo dei voti con una tesi
sull'arte preistorica, presso l'Università Statale di Milano.
Dirige il Museo d'Arte Preistorica di Capo di Ponte ed il gruppo di
ricerca che fa capo allo stesso.
Ha pubblicato numerosi volumi e collaborato con molte riviste scientifiche
e di divulgazione nazionali e straniere. Per i tipi di Ananke ha pubblicato
il romanzo storico Otzi, l'uomo venuto dal ghiaccio.