Articolo presentato al II° Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia (S.I.A.) - Monte Porzio Catone (Roma) 27-28/09/2002 e pubblicato sulla Rivista Italiana di Archeoastronomia Vol. II - 2004.
 
GLI ORIENTAMENTI ASTRONOMICI DELLE CHIESE DI S. GIULIA E S. MARGHERITA DI CAPO NOLI (SV)
Vittorio Bonòra, Adriana Marano Bonòra
studiobonora@libero.it
 
Mario Codebò, Henry De Santis
Archeoastronomia Ligustica

Riassunto
Lo studio degli orientamenti delle chiese di S. Giulia e S. Margherita di Capo Noli (Liguria, Italia) costituisce la prosecuzione dell'indagine archeoastronomica sulle chiese di Noli iniziata nel 1998.
Sulla base dei notevoli orientamenti riscontrati, gli autori propongono l'ipotesi che i costruttori delle due chiese siano stati i monaci di Lérins.

Abstract
This study about the astronomical alignments of St. Julia and St. Margaret in Cape Noli (Liguria, Italy) is the continuation of the archaeoastronomical survey about the churches of Noli which the authors began in 1998.
The origins of these two churches are hitorically unknown, but because the remarkable astronomical bearings which the authors found, they suggest the hypothesis that the two churches builders were the Benedectine monks of the old and important monastery which St. Onoratus founded in Lèrins Isle (Cannes) on V century.
In fact this monastry had a very hight level of culture during the first millennium, because its monks came of the French (ancient Gaul) aristocracy, and the authors detected all the Lérinenses churches they studied in Liguria up to now are archaeoastronomical oriented in the direction of their St. Patron anniversary.
 
1) Il sito.
    Lungo un antico percorso che congiungeva la Repubblica Marinara di Noli con il Marchesato di Finale della famiglia Del Carretto, su uno spiazzo a picco sul mare, sorgono i ruderi di un complesso ecclesiale la cui origine e la cui struttura originaria sono tutt'oggi sostanzialmente sconosciute (foto n. 1).

- Foto nr.1 -

    Potrebbe, infatti, trattarsi di due chiese addossate l'una all'altra, delle quali quella orientale, di minori dimensioni, parebbe essere la più antica - forse del sec. XI - e ritenuta intitolata a S. Giulia, o, secondo un solo storico nolese, a S. Abbondio, mentre quella occidentale, di maggiori dimensioni, è attribuita al XIII o XIV secolo ed è ritenuta intitolata a S. Margherita.
    Chi invece interpreta i resti attuali come i ruderi di un'unica chiesa a più navate, ritiene che il titolo più antico sia quello di S. Giulia e quello più recente di S. Margherita.
    Addossati al lato occidentale del corpo di fabbrica maggiore - che risulta, così, posto al centro - sono i resti di muri interpretati come una canonica.
    Pare che ancora nella prima metà del XX secolo il luogo fosse méta di pellegrinaggi nella ricorrenza onomastica ed il Lunedì dell'Angelo.
    Qualche studioso sostiene che la pianta della chiesa fosse originariamente di tipo basilicale, a tre navate con tre absidi semicircolari, e che i guasti successivi l'abbiano ridotta ad un unico locale centrale, mentre delle navate laterali resisterebbe solo quella di sinistra.
    Al contrario delle altre chiese di Noli, troviamo nel corpo di fabbrica maggiore il primo esempio d'impiego dei mattoni al posto delle pietre nelle arcate interne e nella decorazione degli archetti pensili esterni, mentre il corpo di fabbrica minore ha gli archetti pensili in pietra.
    In entrambe le absidi si possono vedere i residui degli alloggiamenti dei bacini ceramici, simili a quelli dell'abside maggiore dell'importantissima chiesa di S. Paragorio di Noli.
    Quel che resta del soffitto del corpo di fabbrica maggiore è a volta, mentre la sua facciata è intonacata. All'interno si indovinano tracce di pittura sulle pareti.
    Lo stile del complesso è sicuramente romanico.
    Oggi si distinguono bene due edifici, addossati l'uno all'altro e separati da un alto muro divisorio, in cui però si notano archi tamponati che possono far supporre un originario edificio a due navate come la non lontana chiesa di S. Michele (Bonòra, Codebò, De Santis, Marano Bonòra 2000, pp. 171-177) ed, in parte, come la seconda chiesa di S. Eugenio (sec. X) sul vicino isolotto di Bergeggi (Bonòra, Calzolari, Codebò, De Santis 1999, pp. 285-292).
    Il complesso - la cui conservazione è già penalizzata dalla lontananza dai nuclei abitati - subì le maggiori devastazioni negli ultimi giorni del secondo conflitto mondiale, quando un reparto di militari tedeschi, in ritirata dalla vicina postazione radar - tutt'oggi esistente e gestita dal Corpo Carabinieri - lo fece saltare con esplosivi.
    Anche della sua attribuzione ai Cavalieri Gerosolimitani da parte del Lamboglia ci pare lecito dubitare, in analogia a quanto emerso sulla vicina chiesa di S. Lazzaro, posta sullo stesso percorso (Bonòra, Codebò, De Santis, Marano Bonòra 2000, pp. 171-177).

2) Le ricerche bibliografiche e d'archivio (di V. e A. Bonòra).
    Secondo Nino Lamboglia, fondatore dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri - che, però, stranamente cita una sola chiesa - "...Ancora più a ponente un'altra chiesa, purtroppo semi-abbandonata e di proprietà privata, la chiesa di S. Margherita, indurrebbe a ricercare verso i dirupi di Capo Noli i segni di un'occupazione molto antica; essa risale però nella forma attuale al secolo XIV ed è costruita in pilastri ed archi di laterizi, con tre navate oggi ridotte ad una sola; ma l'abside centrale, tutta in pietra riquadrata e con archetti binati propri del Romanico primitivo, è certo il resto di un edificio più antico. Fu sede di un romitorio dei Cavalieri Gerosolimitani, di cui si vedono ancora gli avanzi; ed è dubbio se qui o nei pressi sia stata preceduta da una chiesa di S. Giulia, "in capite Nauli", citata già nel 1191..." (Lamboglia 1970, pp. 153-154).
    Lo storico nolese Luigi de Scalzi scrive che "…in epoca più remota detta chiesa [S. Margherita, N.d.AA.] era dedicata a S. Giulia. Ne fa menzione Ludovico Antonio Muratori in un libro di censi al tempo di papa Celestino III (1191-1198), nel quale è detto che essa dovea pagare annualmente quattro denari al Palazzo Lateranense: In capite Nauli Ecclesia Sanctae Iuliae" (L. De Scalzi 1902; B. Gandoglia 1981).
    Il visitatore apostolico N. Mascardi non parla di S. Giulia, bensì soltanto di S. Margherita.
    Ne "Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donati, Savona 1178-1188" al n. 560 è riportato il testamento di Tutadonna (?) del fu Bernardo Grasso, redatto nel mese di ottobre 1177, in cui il testatore lascia a "…Sanctae Juliae de Naulo soldi due…" (Archivi di Stato 1978).

3) Gli allineamenti astronomici (di M. Codebò ed H. De Santis).
    Nel quadro dello studio archeoastronomico delle chiese dell'antica Repubblica Marinara di Noli, promosso da Vittorio ed Adriana Bonòra, abbiamo sottoposto ad indagine anche gli edifici di Capo Noli.
    L’asse abside-facciata della chiesa trecentesca di Santa Margherita ha un azimut di 241°14'51" e, con un'altezza dell'orizzonte visibile ho +26°, sottende la declinazione -0°19'13", raggiunta dal sole al tramonto equinoziale dietro all'alta parete rocciosa immediatamente sovrastante la piccola spianata ove sorgono le chiese (e dalla quale abbiamo scattato le foto qui riprodotte). In questa circostanza i suoi raggi probabilmente penetravano attraverso il rosone, oggi tamponato e solo parzialmente individuabile, e illuminavano la mensa dell'altare.
    L’azimut opposto 61°14'51", con ho 0° (orizzonte marino) sottende la declinazione 19°40'39" che il sole assume intorno ai giorni 18-19/05 e 25/7.
    Intorno alla prima data ricorrono i martirii:
a) di S. Giulia vergine in Corsica, il cui nome è presente in tutti i martirologi, compreso quello Geronimiano, che colloca la data al 22/5, desumendola da un martirologio non posteriore al V secolo;
b) dei SS. Giuliana, Alessandro e compagni in Amiso, celebrati nel Martyrologio Romano e nei sinassarii greci il 18/05 (in altri martirologi e sinassarii ricorrono le date 18 e 20/03). Pare, in realtà, che questi martiri di Amiso del 18/05 siano da identificarsi, per motivi non chiari, con Tecusa e Compagne, martiri di Ancira.
    Vicino alla seconda data - esattamente il 27 luglio - secondo il Martyrologio Geronimiano, si celebrano santa Giulia e Gioconda martiri di Nicomedia, anche se la loro esistenza è dubbia, potendo trattarsi la prima di Giuliana martire di Nicomedia e la seconda essendo sconosciuta ad altre fonti.
    La monofora semi-distrutta dell'abside della chiesa di S. Margherita, con azimut 105°42'03" ed ho 0° (orizzonte marino), sottende la declinazione -11°39'40", raggiunta dal sole nei giorni intorno al 18/2 e 24/10. La seconda data corrisponde, con buona approssimazione, alla memoria di S. Margherita di Roskilde, vissuta in Danimarca nel XII secolo.

Nelle corrispondenti date del calendario giuliano del secolo XI ricorrono le seguenti memorie significative di Santi:

14-15/05/1000:
S. Giuliana di Norwich, celebrata il 14/05 (epoca sconosciuta);

21/07/1000:
a) S. Giulia martire di Troyes, città della Francia settentrionale. Vedremo fra poco come Ella potrebbe legarsi storicamente alla chiesa di Capo Noli;
b) b. Margherita d'Ypres (morta nel 1237);
c) S. Marina - molto più nota in Occidente con il nome di Margherita - martire di Antiochia di Pisidia, celebrata in data 17 (nella maggior parte dei sinassarii e calendarii, specie d'Oriente, nonché data della festa nelle Chiese Bizantina e Copta) o 18 (sinassario armeno di Ter Israel) o 20 luglio (Martyrologio Occidentale di Rabano Mauro e varii altri martirologi e calendari occidentali);

14/02/1000:
S. Giuliana, martire di Nicomedia, celebrata nel Martyrologio Geronimiano il 13 ed il 16/02 (mentre nei sinassarii bizantini è celebrata il 21/12) e S.Giuliana, martire di Lutetia Taurinorum, celebrata il 13/02;

20/10/1000:
nessun Santo omonimo delle due chiese di Capo Noli.

Nessun allineamento rinvia invece a S. Abbondio, la cui titolarità ci pare, pertanto, da escludere.

4) Discussione.
    Ciò che risalta immediatamente è il numero piuttosto alto di Sante "Giulia" e "Margherita" celebrate nel calendario liturgico proprio nei giorni - sia gregoriani che giuliani - in cui il sole raggiunge le declinazioni sottese dagli allineamenti dei due edifici. Alcune però hanno maggiori probabilità di altre di essere quelle "volute" dai costruttori, pur escludendo, ovviamente, a priori quelle vissute dopo l'erezione dei due edifici ed attenendoci alle date fino ad oggi proposte.
    Nulla siamo in grado di dire in merito a S. Giuliana di Norwich, perché la Bibliotheca Sanctorum, fonte delle nostre ricerche agiografiche, non riporta, stranamente, alcuna indicazione cronologica.
    Poco probabili ci paiono S. Margherita di Roskilde e la B. Margherita d'Ypres (benché quest'ultima fosse originaria di una città della Francia settentrionale) essendo vissute in epoca quasi contemporanea all'erezione della chiesa di S. Margherita (XIII-XIV secolo), anche se in epoca medioevale poteva passare pochissimo tempo tra la morte di una persona in concetto di santità e la sua elevazione agli onori degli altari, con conseguente erezione di chiese dedicate, come la basilica di S. Francesco d'Assisi ci testimonia.
    Tutte le altre Sante sono martiri dei primi secoli del Cristianesimo.
    S. Giuliana di Lutetia Taurinorum non è molto nota. Il suo culto non sembra essersi diffuso oltre la città in cui ricevette il martirio, anche se i rapporti tra la Regio XI Transpadana e la Regio IX Liguria sono stati sempre stretti fin dall'epoca romana. Non a caso Savo - l'odierna Savona - è da sempre lo sbocco sul mare del Piemonte.
    S. Giulia di Troyes, come la B. Margherita d'Ypres, visse e morì in una città della Francia settentrionale. Vedremo fra poco come questo fatto potrebbe acquisire rilievo.
    S. Giulia o Giuliana di Nicomedia ricorre ben due volte: sia nella data gregoriana che in quella giuliana.
    Poco siamo in grado di dire anche dei Martiri di Amiso S. Giuliana e compagni, i quali, fra l'altro, furono in qualche modo confusi con le Martiri di Ancira. D'altra parte, vicino alla stessa data ricorre la memoria di S. Giulia di Corsica.
    Quest'ultima ha forse la più alta probabilità storica di essere la patrona della chiesa di Capo Noli perché, come S. Paragorio ed, in parte, S. Eugenio, appartiene a quel gruppo di Santi provenienti dall'Africa mediterranea e dalla Corsica, che tanta importanza ebbero e tanto segno di se lasciarono nella storia religiosa di Noli. Per la complessa biografia di S. Giulia di Corsica rinviamo senz'altro alla Bibliotheca Sanctorum.
    Infine, S. Marina - divenuta Margherita nella versione latina della passio - fu annoverata fin dai primi secoli del Cristianesimo tra i quattordici Santi Ausiliatori, a testimonianza dell'importanza e della diffusione del suo culto nell'intero orbe cattolico. Ci piace ricordare qui, benché non abbia relazione alcuna con la nostra indagine archeoastronomica, che Ella fu una delle due Sante - l'altra essendo S. Caterina d'Alessandria - delle quali S. Giovanna d'Arco udiva le voci e seguiva i consigli.
    In conclusione, riteniamo che le più probabili Patrone delle due chiese di Capo Noli siano da identificare in S. Marina-Margherita di Antiochia di Pisidia e in S. Giulia di Corsica (come vuole la tradizione nolese) o in S. Giulia-Giuliana di Nicomedia.
    Una tipologia di orientamenti così elaborati e concentrati in un solo edificio l'abbiamo fin'ora riscontrata in Liguria solo nelle chiese dei Benedettini di Lérins (Bonòra, Calzolari, Codebò, De Santis 1999, pp. 285-292; Bonòra, Codebò, De Santis, Marano Bonòra 2000, pp. 171-177). De Santis ne ha recentemente individuata un'altra in provincia d'Imperia (e che sarà oggetto di una prossima pubblicazione), le cui misure hanno confermato questa sorta di "abitudine" dei monaci lerinensi a peculiari orientamenti astronomici.
    Il Dizionario degli Istituti di Perfezione (G. Pelliccia, G. Rocca 1978, pp. 609-613) dedica un articolo al monastero di Lèrins, da cui s'evince specialmente l'elevato livello culturale dei suoi monaci, tutti provenienti, in origine, dal patriziato terriero della Gallia nord-orientale, espropriato dei suoi possedimenti e cacciato dai Germani invasori nel V secolo: un "…monastero degli esuli…". Per tutto il primo millennio mantenne un primato "scientifico" e culturale in ambito gallico. Possedette anche una preziosa biblioteca, oggi purtroppo scomparsa: infatti con la rivoluzione francese il monastero fu abbandonato e ritornò ai monaci - ma Cistercensi (che tutt'oggi lo occupano)! - nel 1871. Il suo patrimonio culturale è andato così, purtroppo, perduto. Un sopralluogo di Vittorio ed Adriana Bonòra nell'ottobre 2002 ha confermato la scomparsa dell'antica biblioteca.
    L'origine nord-gallica di gran parte dei monaci è quanto c'induce a non rifiutare la possibilità che tra i Patroni dell'ordine lerinense possa annoverarsi S. Giuliana di Troyes, specialmente in considerazione del fatto che uno dei più importanti abati di Lérins fu Lupo di Troyes nel V secolo.
    I caratteristici orientamenti astronomici delle chiese liguri di accertata origine lerinense (confortati dall'elevato livello culturale del monastero-madre) e la struttura a doppia navata prospettano, con qualche fondamento, l'ipotesi che i Benedettini di Lèrins siano gli edificatori anche delle due chiese di S. Giulia e S. Margherita "in capite Nauli".

Bibliografia.
AA.VV. Bibliotecha Sanctorum. Città Nuova Editrice, Roma.

Archivi di Stato (a cura di…) (1978). Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato, Savona 1178-1188. Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali, XCVI, Roma.

Bonòra, Calzolari, Codebò, De Santis (1999). Gli orientamenti delle chiese del Caprione (SP) e dell'isola di Bergeggi (SV). In: Atti del XVIII Congresso Nazionale C.N.R. di Storia della Fisica e dell'Astronomia, Milano.

Bonòra, Codebò, De Santis, Marano Bonòra (2000). Gli orientamenti astronomici delle chiese di S. Michele e di S. Lazzaro a Noli (SV). In: Atti del XIX Congresso Nazionale C.N.R. di Storia della Fisica e dell'Astronomia, Milano.

De Scalzi L. (1902). Storia di Noli dalle origini ai giorni nostri. Savona.

Gandoglia B. (1981). Storia di Noli. Savona.

Lamboglia N. (1970). I monumenti medioevali della Liguria di Ponente. Istituto Internazionale di Studi Liguri e Istituto Bancario S. Paolo di Torino,Torino.

Pelliccia G., Rocca G. (1978). Dizionario degli istituti di perfezione. Edizioni Paoline, Roma.

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