Riassunto
Lo studio degli orientamenti delle chiese di S. Giulia e S. Margherita
di Capo Noli (Liguria, Italia) costituisce la prosecuzione dell'indagine
archeoastronomica sulle chiese di Noli iniziata nel 1998.
Sulla base dei notevoli orientamenti riscontrati, gli autori propongono
l'ipotesi che i costruttori delle due chiese siano stati i monaci di Lérins.
Abstract
This study about the astronomical alignments of St. Julia and St.
Margaret in Cape Noli (Liguria, Italy) is the continuation of the archaeoastronomical
survey about the churches of Noli which the authors began in 1998.
The origins of these two churches are hitorically unknown, but because
the remarkable astronomical bearings which the authors found, they suggest
the hypothesis that the two churches builders were the Benedectine monks
of the old and important monastery which St. Onoratus founded in Lèrins
Isle (Cannes) on V century.
In fact this monastry had a very hight level of culture during the
first millennium, because its monks came of the French (ancient Gaul) aristocracy,
and the authors detected all the Lérinenses churches they studied
in Liguria up to now are archaeoastronomical oriented in the direction
of their St. Patron anniversary.
1) Il sito.
Lungo un antico percorso che congiungeva la Repubblica
Marinara di Noli con il Marchesato di Finale della famiglia Del Carretto,
su uno spiazzo a picco sul mare, sorgono i ruderi di un complesso ecclesiale
la cui origine e la cui struttura originaria sono tutt'oggi sostanzialmente
sconosciute (foto n. 1).
Potrebbe, infatti, trattarsi di due chiese addossate
l'una all'altra, delle quali quella orientale, di minori dimensioni, parebbe
essere la più antica - forse del sec. XI - e ritenuta intitolata
a S. Giulia, o, secondo un solo storico nolese, a S. Abbondio, mentre quella
occidentale, di maggiori dimensioni, è attribuita al XIII o XIV
secolo ed è ritenuta intitolata a S. Margherita.
Chi invece interpreta i resti attuali come i ruderi
di un'unica chiesa a più navate, ritiene che il titolo più
antico sia quello di S. Giulia e quello più recente di S. Margherita.
Addossati al lato occidentale del corpo di fabbrica
maggiore - che risulta, così, posto al centro - sono i resti di
muri interpretati come una canonica.
Pare che ancora nella prima metà del XX secolo
il luogo fosse méta di pellegrinaggi nella ricorrenza onomastica
ed il Lunedì dell'Angelo.
Qualche studioso sostiene che la pianta della chiesa
fosse originariamente di tipo basilicale, a tre navate con tre absidi semicircolari,
e che i guasti successivi l'abbiano ridotta ad un unico locale centrale,
mentre delle navate laterali resisterebbe solo quella di sinistra.
Al contrario delle altre chiese di Noli, troviamo
nel corpo di fabbrica maggiore il primo esempio d'impiego dei mattoni al
posto delle pietre nelle arcate interne e nella decorazione degli archetti
pensili esterni, mentre il corpo di fabbrica minore ha gli archetti pensili
in pietra.
In entrambe le absidi si possono vedere i residui
degli alloggiamenti dei bacini ceramici, simili a quelli dell'abside maggiore
dell'importantissima chiesa di S. Paragorio di Noli.
Quel che resta del soffitto del corpo di fabbrica
maggiore è a volta, mentre la sua facciata è intonacata.
All'interno si indovinano tracce di pittura sulle pareti.
Lo stile del complesso è sicuramente romanico.
Oggi si distinguono bene due edifici, addossati
l'uno all'altro e separati da un alto muro divisorio, in cui però
si notano archi tamponati che possono far supporre un originario edificio
a due navate come la non lontana chiesa di S. Michele (Bonòra, Codebò,
De Santis, Marano Bonòra 2000, pp. 171-177) ed, in parte, come la
seconda chiesa di S. Eugenio (sec. X) sul vicino isolotto di Bergeggi (Bonòra,
Calzolari, Codebò, De Santis 1999, pp. 285-292).
Il complesso - la cui conservazione è già
penalizzata dalla lontananza dai nuclei abitati - subì le maggiori
devastazioni negli ultimi giorni del secondo conflitto mondiale, quando
un reparto di militari tedeschi, in ritirata dalla vicina postazione radar
- tutt'oggi esistente e gestita dal Corpo Carabinieri - lo fece saltare
con esplosivi.
Anche della sua attribuzione ai Cavalieri Gerosolimitani
da parte del Lamboglia ci pare lecito dubitare, in analogia a quanto emerso
sulla vicina chiesa di S. Lazzaro, posta sullo stesso percorso (Bonòra,
Codebò, De Santis, Marano Bonòra 2000, pp. 171-177).
2) Le ricerche bibliografiche e d'archivio (di V. e A. Bonòra).
Secondo Nino Lamboglia, fondatore dell'Istituto
Internazionale di Studi Liguri - che, però, stranamente cita una
sola chiesa - "...Ancora più a ponente un'altra chiesa, purtroppo
semi-abbandonata e di proprietà privata, la chiesa di S. Margherita,
indurrebbe a ricercare verso i dirupi di Capo Noli i segni di un'occupazione
molto antica; essa risale però nella forma attuale al secolo XIV
ed è costruita in pilastri ed archi di laterizi, con tre navate
oggi ridotte ad una sola; ma l'abside centrale, tutta in pietra riquadrata
e con archetti binati propri del Romanico primitivo, è certo il
resto di un edificio più antico. Fu sede di un romitorio dei Cavalieri
Gerosolimitani, di cui si vedono ancora gli avanzi; ed è dubbio
se qui o nei pressi sia stata preceduta da una chiesa di S. Giulia, "in
capite Nauli", citata già nel 1191..." (Lamboglia 1970, pp. 153-154).
Lo storico nolese Luigi de Scalzi scrive che "…in
epoca più remota detta chiesa [S. Margherita, N.d.AA.] era dedicata
a S. Giulia. Ne fa menzione Ludovico Antonio Muratori in un libro di censi
al tempo di papa Celestino III (1191-1198), nel quale è detto che
essa dovea pagare annualmente quattro denari al Palazzo Lateranense: In
capite Nauli Ecclesia Sanctae Iuliae" (L. De Scalzi 1902; B. Gandoglia
1981).
Il visitatore apostolico N. Mascardi non parla di
S. Giulia, bensì soltanto di S. Margherita.
Ne "Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di
Donati, Savona 1178-1188" al n. 560 è riportato il testamento di
Tutadonna (?) del fu Bernardo Grasso, redatto nel mese di ottobre 1177,
in cui il testatore lascia a "…Sanctae Juliae de Naulo soldi due…" (Archivi
di Stato 1978).
3) Gli allineamenti astronomici (di M. Codebò ed H. De Santis).
Nel quadro dello studio archeoastronomico delle
chiese dell'antica Repubblica Marinara di Noli, promosso da Vittorio ed
Adriana Bonòra, abbiamo sottoposto ad indagine anche gli edifici
di Capo Noli.
L’asse abside-facciata della chiesa trecentesca
di Santa Margherita ha un azimut di 241°14'51" e, con un'altezza dell'orizzonte
visibile ho +26°, sottende la declinazione -0°19'13", raggiunta
dal sole al tramonto equinoziale dietro all'alta parete rocciosa immediatamente
sovrastante la piccola spianata ove sorgono le chiese (e dalla quale abbiamo
scattato le foto qui riprodotte). In questa circostanza i suoi raggi probabilmente
penetravano attraverso il rosone, oggi tamponato e solo parzialmente individuabile,
e illuminavano la mensa dell'altare.
L’azimut opposto 61°14'51", con ho 0° (orizzonte
marino) sottende la declinazione 19°40'39" che il sole assume intorno
ai giorni 18-19/05 e 25/7.
Intorno alla prima data ricorrono i martirii:
a) di S. Giulia vergine in Corsica, il cui nome è presente in
tutti i martirologi, compreso quello Geronimiano, che colloca la data al
22/5, desumendola da un martirologio non posteriore al V secolo;
b) dei SS. Giuliana, Alessandro e compagni in Amiso, celebrati nel
Martyrologio Romano e nei sinassarii greci il 18/05 (in altri martirologi
e sinassarii ricorrono le date 18 e 20/03). Pare, in realtà, che
questi martiri di Amiso del 18/05 siano da identificarsi, per motivi non
chiari, con Tecusa e Compagne, martiri di Ancira.
Vicino alla seconda data - esattamente il 27 luglio
- secondo il Martyrologio Geronimiano, si celebrano santa Giulia e Gioconda
martiri di Nicomedia, anche se la loro esistenza è dubbia, potendo
trattarsi la prima di Giuliana martire di Nicomedia e la seconda essendo
sconosciuta ad altre fonti.
La monofora semi-distrutta dell'abside della chiesa
di S. Margherita, con azimut 105°42'03" ed ho 0° (orizzonte marino),
sottende la declinazione -11°39'40", raggiunta dal sole nei giorni
intorno al 18/2 e 24/10. La seconda data corrisponde, con buona approssimazione,
alla memoria di S. Margherita di Roskilde, vissuta in Danimarca nel XII
secolo.
Nelle corrispondenti date del calendario giuliano del secolo XI ricorrono le seguenti memorie significative di Santi:
14-15/05/1000:
S. Giuliana di Norwich, celebrata il 14/05 (epoca sconosciuta);
21/07/1000:
a) S. Giulia martire di Troyes, città della Francia settentrionale.
Vedremo fra poco come Ella potrebbe legarsi storicamente alla chiesa di
Capo Noli;
b) b. Margherita d'Ypres (morta nel 1237);
c) S. Marina - molto più nota in Occidente con il nome di Margherita
- martire di Antiochia di Pisidia, celebrata in data 17 (nella maggior
parte dei sinassarii e calendarii, specie d'Oriente, nonché data
della festa nelle Chiese Bizantina e Copta) o 18 (sinassario armeno di
Ter Israel) o 20 luglio (Martyrologio Occidentale di Rabano Mauro e varii
altri martirologi e calendari occidentali);
14/02/1000:
S. Giuliana, martire di Nicomedia, celebrata nel Martyrologio Geronimiano
il 13 ed il 16/02 (mentre nei sinassarii bizantini è celebrata il
21/12) e S.Giuliana, martire di Lutetia Taurinorum, celebrata il 13/02;
20/10/1000:
nessun Santo omonimo delle due chiese di Capo Noli.
Nessun allineamento rinvia invece a S. Abbondio, la cui titolarità ci pare, pertanto, da escludere.
4) Discussione.
Ciò che risalta immediatamente è il
numero piuttosto alto di Sante "Giulia" e "Margherita" celebrate nel calendario
liturgico proprio nei giorni - sia gregoriani che giuliani - in cui il
sole raggiunge le declinazioni sottese dagli allineamenti dei due edifici.
Alcune però hanno maggiori probabilità di altre di essere
quelle "volute" dai costruttori, pur escludendo, ovviamente, a priori quelle
vissute dopo l'erezione dei due edifici ed attenendoci alle date fino ad
oggi proposte.
Nulla siamo in grado di dire in merito a S. Giuliana
di Norwich, perché la Bibliotheca Sanctorum, fonte delle nostre
ricerche agiografiche, non riporta, stranamente, alcuna indicazione cronologica.
Poco probabili ci paiono S. Margherita di Roskilde
e la B. Margherita d'Ypres (benché quest'ultima fosse originaria
di una città della Francia settentrionale) essendo vissute in epoca
quasi contemporanea all'erezione della chiesa di S. Margherita (XIII-XIV
secolo), anche se in epoca medioevale poteva passare pochissimo tempo tra
la morte di una persona in concetto di santità e la sua elevazione
agli onori degli altari, con conseguente erezione di chiese dedicate, come
la basilica di S. Francesco d'Assisi ci testimonia.
Tutte le altre Sante sono martiri dei primi secoli
del Cristianesimo.
S. Giuliana di Lutetia Taurinorum non è molto
nota. Il suo culto non sembra essersi diffuso oltre la città in
cui ricevette il martirio, anche se i rapporti tra la Regio XI Transpadana
e la Regio IX Liguria sono stati sempre stretti fin dall'epoca romana.
Non a caso Savo - l'odierna Savona - è da sempre lo sbocco sul mare
del Piemonte.
S. Giulia di Troyes, come la B. Margherita d'Ypres,
visse e morì in una città della Francia settentrionale. Vedremo
fra poco come questo fatto potrebbe acquisire rilievo.
S. Giulia o Giuliana di Nicomedia ricorre ben due
volte: sia nella data gregoriana che in quella giuliana.
Poco siamo in grado di dire anche dei Martiri di
Amiso S. Giuliana e compagni, i quali, fra l'altro, furono in qualche modo
confusi con le Martiri di Ancira. D'altra parte, vicino alla stessa data
ricorre la memoria di S. Giulia di Corsica.
Quest'ultima ha forse la più alta probabilità
storica di essere la patrona della chiesa di Capo Noli perché, come
S. Paragorio ed, in parte, S. Eugenio, appartiene a quel gruppo di Santi
provenienti dall'Africa mediterranea e dalla Corsica, che tanta importanza
ebbero e tanto segno di se lasciarono nella storia religiosa di Noli. Per
la complessa biografia di S. Giulia di Corsica rinviamo senz'altro alla
Bibliotheca Sanctorum.
Infine, S. Marina - divenuta Margherita nella versione
latina della passio - fu annoverata fin dai primi secoli del Cristianesimo
tra i quattordici Santi Ausiliatori, a testimonianza dell'importanza e
della diffusione del suo culto nell'intero orbe cattolico. Ci piace ricordare
qui, benché non abbia relazione alcuna con la nostra indagine archeoastronomica,
che Ella fu una delle due Sante - l'altra essendo S. Caterina d'Alessandria
- delle quali S. Giovanna d'Arco udiva le voci e seguiva i consigli.
In conclusione, riteniamo che le più probabili
Patrone delle due chiese di Capo Noli siano da identificare in S. Marina-Margherita
di Antiochia di Pisidia e in S. Giulia di Corsica (come vuole la tradizione
nolese) o in S. Giulia-Giuliana di Nicomedia.
Una tipologia di orientamenti così elaborati
e concentrati in un solo edificio l'abbiamo fin'ora riscontrata in Liguria
solo nelle chiese dei Benedettini di Lérins (Bonòra, Calzolari,
Codebò, De Santis 1999, pp. 285-292; Bonòra, Codebò,
De Santis, Marano Bonòra 2000, pp. 171-177). De Santis ne ha recentemente
individuata un'altra in provincia d'Imperia (e che sarà oggetto
di una prossima pubblicazione), le cui misure hanno confermato questa sorta
di "abitudine" dei monaci lerinensi a peculiari orientamenti astronomici.
Il Dizionario degli Istituti di Perfezione (G. Pelliccia,
G. Rocca 1978, pp. 609-613) dedica un articolo al monastero di Lèrins,
da cui s'evince specialmente l'elevato livello culturale dei suoi monaci,
tutti provenienti, in origine, dal patriziato terriero della Gallia nord-orientale,
espropriato dei suoi possedimenti e cacciato dai Germani invasori nel V
secolo: un "…monastero degli esuli…". Per tutto il primo millennio mantenne
un primato "scientifico" e culturale in ambito gallico. Possedette anche
una preziosa biblioteca, oggi purtroppo scomparsa: infatti con la rivoluzione
francese il monastero fu abbandonato e ritornò ai monaci - ma Cistercensi
(che tutt'oggi lo occupano)! - nel 1871. Il suo patrimonio culturale è
andato così, purtroppo, perduto. Un sopralluogo di Vittorio ed Adriana
Bonòra nell'ottobre 2002 ha confermato la scomparsa dell'antica
biblioteca.
L'origine nord-gallica di gran parte dei monaci
è quanto c'induce a non rifiutare la possibilità che tra
i Patroni dell'ordine lerinense possa annoverarsi S. Giuliana di Troyes,
specialmente in considerazione del fatto che uno dei più importanti
abati di Lérins fu Lupo di Troyes nel V secolo.
I caratteristici orientamenti astronomici delle
chiese liguri di accertata origine lerinense (confortati dall'elevato livello
culturale del monastero-madre) e la struttura a doppia navata prospettano,
con qualche fondamento, l'ipotesi che i Benedettini di Lèrins siano
gli edificatori anche delle due chiese di S. Giulia e S. Margherita "in
capite Nauli".
Bibliografia.
AA.VV. Bibliotecha Sanctorum. Città Nuova Editrice, Roma.
Archivi di Stato (a cura di…) (1978). Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato, Savona 1178-1188. Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali, XCVI, Roma.
Bonòra, Calzolari, Codebò, De Santis (1999). Gli orientamenti delle chiese del Caprione (SP) e dell'isola di Bergeggi (SV). In: Atti del XVIII Congresso Nazionale C.N.R. di Storia della Fisica e dell'Astronomia, Milano.
Bonòra, Codebò, De Santis, Marano Bonòra (2000). Gli orientamenti astronomici delle chiese di S. Michele e di S. Lazzaro a Noli (SV). In: Atti del XIX Congresso Nazionale C.N.R. di Storia della Fisica e dell'Astronomia, Milano.
De Scalzi L. (1902). Storia di Noli dalle origini ai giorni nostri. Savona.
Gandoglia B. (1981). Storia di Noli. Savona.
Lamboglia N. (1970). I monumenti medioevali della Liguria di Ponente. Istituto Internazionale di Studi Liguri e Istituto Bancario S. Paolo di Torino,Torino.
Pelliccia G., Rocca G. (1978). Dizionario degli istituti di perfezione. Edizioni Paoline, Roma.