Mario Codebò
Henry De Santis
Archeoastronomia Ligustica - Genova
www.archaeoastronomy.it
Archeoastronomia medioevale in Liguria
I° Convegno degli astrofili liguri 21/03/2004
Chiesa di S. Eugenio - Isola di Bergeggi
Lat. 44°14'05"N; long. 8°26'44"E, quota m. 53 s.l.m.
Della chiesa, edificata nel X secolo, restano le absidi comprensive di
monofore, i due altari, parte del muro meridionale ed il perimetro di fondazione,
nonché gli adiacenti ruderi del monastero.
L'edificio è stato oggetto di studi atti a verificare l'esistenza
di orientamenti particolari.
La ricerca ha dato risultati positivi in quanto la monofora SE della
navata meridionale è orientata al sorgere del sole alla fine di
dicembre, quando ricorrono:
1) il solstizio d'inverno (21/12);
2) il Santo Natale;
3) S. Antonio, monaco di Lérins del V sec. (28/12);
4) S. Eugenio (30/12), religioso milanese noto almeno dalla seconda
metà del VIII secolo, forse vescovo o confessore. Le risultanze
astronomiche ben si accordano con con gli studi più recenti, che
negano essere il vescovo di Cartagine il titolare della dedicazione (Bonòra,
Calzolari, Codebò De Santis 1999), e suggeriscono la "candidatura"
del religioso milanese.
La monofora dell'abside settentrionale sottende un azimut di 90°
con una declinazione al X secolo di 3,15° relativa al 28/03 ed al 14/09:
nella prima data si ricorda San Godranno re dei Franchi nel VI secolo e
nella seconda la festa dell'esaltazione della Santa Croce, mentre è
interessante notare che il 29/03 si festeggia S. Secondo Martire, patrono
di Asti e di Ventimiglia. Inquadrando la Liguria del sec. X in un ambito
"gallico" ed essendo tale la provenienza dei monaci, l'orientamento della
monofora verso la festa del Santo franco e del patrono di Alb(i)um Intemelium,
potrebbe non essere casuale.
L'asse della chiesa invece non risulta orientato verso giorni particolari,
avendo un azimut di 81,6° e declinazioni sottese, nel X secolo, di
6,21° e di -3,78° nella direzione opposta.
Chiesa di S. Michele di Noli
Lat. 44°12'16"N; Long. 08°24'43"E; Q. m. 138,8 s.l.m.
Eretta e gestita dal potente ordine benedettino di Lérins nel sec.
XI, la chiesa è da considerarsi gemella di quella di S. Eugenio
dell'isolotto di Bergeggi.
Inizialmente essa aveva solo una navata con volta a botte ed abside
semicircolare e solo nel XII secolo fu aggiunta la seconda navata. Attualmente
è pressoché ridotta a rudere. L'edificio è posto sull'omonima
collina di S. Michele ed è facilmente raggiungibile tramite un sentiero
che parte da Noli. La misura dell'asse ha dimostrato che l'abside è
posta verso un azimut di 58,5° e una declinazione di 22,8° (22,9°
nel XI sec.), che corrisponde a quella del Sole intorno al 8-9 giugno quando
anticamente veniva festeggiato S. Michele Arcangelo, santo tipicamente
longobardo attualmente festeggiato il 29/09.
Verso l'azimut opposto 238,5° la declinazione è di -13°
corrispondente al 14/02 ed al 28/10: data la prima corrispondente alla
memoria dei SS. Costantino e Michele, ben più noti come Cirillo
e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi nel IX secolo. Il 28/10 sono
ricordati i SS. Simone e Giuda apostoli, figure comunque molto importanti
nella liturgia cattolica.
Da quanto sopra si desume che la chiesa è stata certamente e
deliberatamente orientata verso l'antica alba del suo S. Patrono e forse
verso il tramonto nelle ricorrenze degli altri Santi.
S. Lazzaro di Noli
Lat. 44°11' 56" N; long. 8°25'12" E; q.m. 62,5 s.l.m.
Salendo lungo la mulattiera che inizia in via XXV Aprile e che conduce
al "semaforo" sopra Capo Noli, si raggiungono i ruderi di due edifici:
il lazzaretto e la cappella annessa, intitolata a S. Lazzaro. Gli edifici,
estremamente deteriorati, risalgono ai secoli X-XIII e servirono come ricovero
per i marinai nolesi che ritornavano in patria affetti da malattie contagiose
o come luogo di quarantena e contumacia per quelli che provenivano da località
infette. Dalla filza n. 19 dell'Archivio Storico Comunale di Noli sappiamo
che nel 1587 vi fu ricoverato l'ultimo appestato "...un certo Francesco
Ferro, il quale fu messo in quarantena nell'antico lazzaretto con quattro
uomini di guardia e col solo infermiere Dominico Lagasio, che aveva l'incarico
di dargli la purga...".
Da quell'anno in poi gli appestati - che pare non furono mai molti,
perché la peste sostanzialmente risparmiò la piccola repubblica
marinara - ed i sottoposti a quarantena vennero rinchiusi nel castello
di Monte Ursino. Il lazzaretto e la chiesa annessa caddero progressivamente
in rovina.
Anche di questa chiesa la prima descrizione si trova nella relazione
della visita apostolica di Mons. Niccolò Mascardi effettuata
nell'anno 1585: "...Caratterizzata dalla sua esiguità. L'altare
nella parete orientale non è conforme alle prescrizioni, spoglio
e privo del necessario. Non vi si celebra messa. Il reddito
è di circa lire sei, derivanti da pochi alberi di olivo che sono
assegnati ad un chierico della cattedrale...".
Lo storico nolese Can. Descalzi attribuisce l'erezione del complesso
ai Cavalieri di Rodi (già Cavalieri Gerosolimitani, poi Cavalieri
di Malta, oggi Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta) verso la
metà del XII secolo, essendo allora gran maestro Fabrizio Del Carretto,
marchese di Finalborgo (oggi: Finale Ligure).
Allo stato attuale della ricerca archivistica non sono stati
rinvenuti altri documenti riguardanti questo complesso di edifici. In mancanza
di orientamenti astronomici significativi, riteniamo che S. Lazzaro dì
Noli sia stata costruita unicamente in funzione della morfologia del suolo
e con un generico orientamento absidale a levante (ossia a mare, sull'orlo
di un baratro) e l'ingresso a monte. Ciò potrebbe essere connesso
con la sua funzione più modestamente "pratica" di cappella di lazzaretto
per il conforto spirituale degli internati.
Santa Margherita e Santa Giulia di Capo Noli.
Lat. 44°11'49"N; Long. 8°25'32"E; q.m. 120 s.l.m.
Le notizie storiche in merito a questi edifici sono scarsissime, e la loro
origine, nonché l’Ordine edificante, sono sconosciuti.
Oggi le due chiese - che hanno subito gravi demolizioni nel corso del
secondo conflitto mondiale - si presentano addossate l’una all’altra: ad
oriente S. Giulia e ad occidente S. Margherita (e/o S. Abbondio secondo
uno storico nolese), a picco sul mare sullo sperone roccioso di Capo
Noli, lungo un antico percorso congiungente la Repubblica Marinara di Noli
al finitimo Marchesato del Finale.
Il complesso, costruito con mattoni e pietre in stile romanico, fu
forse sede di un romitorio dei Cavalieri Gerosolimitani, e già nel
1191 viene citata una chiesa di Santa Giulia “in capite Nauli”.
L’asse abside-facciata della chiesa trecentesca di Santa Margherita
ha un azimuth di 241,2° e sottende la declinazione equinoziale -0°19',
raggiunta dal sole tramontante dietro l'alta rupe antistante. In questa
circostanza i suoi raggi probabilmente penetravano attraverso il rosone
oggi solo parzialmente individuabile ed illuminavano la mensa dell'altare.
L’azimuth opposto 61,2° sottende la declinazione 19°40' che
il sole assume intorno ai giorni 19/05 e 25/7. Intorno alla prima data
ricorre il martirio in Corsica di S. Giulia Vergine, il cui nome è
presente in tutti i martirologi, compreso quello Geronimiano che colloca
la data al 22/5 desumendola da un martirologio non posteriore al V secolo.
Vicino alla seconda data ricorre il martirio di S. Marina o Margherita
di Antiochia di Pisidia, celebrato in data 17 o 18 o 20 luglio, a seconda
dei martirologi. Inoltre, il 27 luglio, secondo il martirologio Geronimiano,
si celebrano le SS. Giulia e Gioconda martiri di Nicomedia, anche se la
loro esistenza è dubbia, potendo trattarsi la prima di Giuliana
Martire di Nicomedia e la seconda essendo sconosciuta ad altre fonti. La
monofora semidistrutta dell'abside della chiesa di S. Margherita, con azimuth
105°42', sottende la declinazione -11°39', raggiunta dal Sole nei
giorni intorno al 18/2 e 24/10. La seconda data corrisponde con buona approssimazione
alla memoria di S. Margherita di Roskilde, vissuta in Danimarca nel
XII secolo, circa duecento anni prima della costruzione di questo edificio.
Nessun allineamento rinvia invece a S. Abbondio. Il numero discretamente
elevato di allineamenti significativi sembra escludere la loro casualità,
mentre alcune loro peculiarità ci inducono ad ipotizzare gli edificatori
delle due chiese nei Benedettini di Leryns, notoriamente molto attivi nell'antica
Repubblica Marinara di Noli e nella Liguria di ponente.
La Benedicta
Lat. 44°33'52,70" N; Long. 08°46'38,98"E; q.m.694 s.l.m.
Grangia del monastero benedettino di Rivalta Scrivia nel secolo XI, posta
lungo l'antica Strada Cabanera, ubicata nell’odierno comune di Bosio, divenne
successivamente di proprietà degli Spinola e fu rasa al suolo nel
1944 per vicende belliche.
Benché verso E la declinazione sottesa 24,15° si avvicini
per eccesso a quella del Sole al solstizio d’estate e verso S 27,13°
per difetto alla minima stazione lunare , riteniamo questi due allineamenti
più probabilmente casuali.
Il Cenobio di San Tomaso di Rapallo
Lat.: 44°21'38"N; long.: 9°12'00"E; q.m.75 s.l.m.
1 ruderi del Cenobio, posti in località Santa Maria del Campo, rispecchiano
ancor oggi lo splendore che caratterizzava la struttura a due navate di
questo monastero benedettino prevalentemente femminile. Secondo lo storico
Arturo Ferretto il monastero fu fondato intorno al 1160, sconsacrato nel
1582 ed i suoi beni improrogabilmente alienati nel 1597; da allora il convento
fu destinato ad una lenta rovina.. L'asse maggiore verso l'abside è
orientato verso il sorgere del sole agli equinozi con azimut 97°20',
ho 6°30' e declinazione - 0°44'.
Monastero di Santa Maria in Valle Christi (Rapallo)
Lat. 44°21’23,51”N; long. 9°12’10,65”E; q. m. 18 s.l.m.
L’edificio era un imponente monastero femminile di clausura, edificato
dall’ordine cistercense tra la fine del secolo XII e l’inizio del XIII,
su donazione di due nobildonne genovesi. Alle dirette dipendenze della
Santa Sede, ospitò la preziosa reliquia di San Biagio, poi conservata
fino ad oggi nella Basilica di Rapallo, di cui il Santo è patrono.
Il complesso fu abbandonato per decreto 3 ottobre 1568 di Papa Pio V, che
ne dispose la chiusura.
L’asse centrale della chiesa, misurato il 29/05/1999, risulta orientato
nelle seguenti direzioni:
AaM: 101,56°<>281,56° (e.q.m. ±0,06<>0,06); hv
4,70°<>13,80°; decl.M sec. XII –5,36°<>17,95° (e.q.m.
±0,32<>0,48) (5).
La declinazione –5,26° era raggiunta dal Sole nel secolo XII il
28/02 ed il 29-30/09, feste,rispettivamente, di S. Michele Arcangelo (in
antico festeggiato in data 08/06) e S. Girolamo Dottore della Chiesa.
La declinazione +17,95° era raggiunta dal Sole nel secolo XII il
04/05 ed il 26/07, feste, rispettivamente, di S. Monica, madre di S. Agostino,
e S. Anna, madre della B. V. Maria. Trattandosi di un monastero fin dall’inizio
femminile è possibile che si sia voluto deliberatamente orientare
la chiesa verso il tramonto del Sole nella ricorrenza di queste due insigni
Sante. Sono state infine prese le altezze e gli azimut di tutte le monofore
della struttura da tre punti di stazione differenti: il limite interno
dell’abside, il limite esterno dell’abside (presunto transetto) e l’atrio
della chiesa. L’unico dato interessante è la declinazione –23,43°
fornita dalla finestra E della navata S che permetteva l’ingresso della
luce del sole al solstizio d’inverno.
Chiesa di S.Lorenzo al Caprione (SP)
Lat. 44°05'23"N; Long. 9°55'48"E; q.m. 230 s.l.m. (foglio
I.G.M.I. 1:50.000)
La chiesa di S. Lorenzo ai Monti sul promontorio spezzino del Caprione
(o Carpione, nella dicitura più moderna) viene citata per la prima
volta nell'anno 1297 nei Registri Vaticani delle Decime. Successivamente,
nell'Estimo della Chiesa Lunense 1470-1471 è citata fra le dipendenti
della pieve di Trebbiano come "chiesa de Carpiono". Di essa abbiamo pochissime
notizie storiche: sembra che non sia mai stata pieve e forse neppure autonoma,
ma sempre dipendente da qualche chiesa maggiore; non sappiamo se fosse
officiata dal clero diocesano o da quello regolare; non conosciamo la data
della sua costruzione né quello del suo abbandono. Attualmente è
ridotta ad un rudere, circondato da resti di costruzioni ancora meno leggibili
(un villaggio? un monastero?): restano l'abside, l'intero muro settentrionale,
il campanile inglobato nel corpo dell'edificio con una sorta di corridoio
o ambulacro d'accesso, circa un terzo del muro meridionale. Sull'abside
si notano tracce di affreschi e tre monofore. Manca completamente l'altare
del quale, stranamente, non si notano neppure le tracce pavimentali. La
navata è unica.
In queste condizioni di conservazione abbiamo potuto misurare con precisione
l'orientamento azimutale della navata e, con molta maggiore incertezza,
ipotizzando il centro dello scomparso altare al centro dell'apertura dell'abside,
quello delle monofore. Sono state eseguite serie di misurazioni in tre
giorni diversi e per i calcoli sono state utilizzate le medie dei valori
ottenuti.
L'azimut medio delle prime due serie di misure è pari a 89,99°
con e.q.m. ±1,24; se consideriamo anche la terza, risulta pari a
90,6° con e.q.m. ±1,9.
L'edificio giace, quindi, esattamente sull'asse equinoziale. Il fatto
è stato verificato anche visivamente. Recenti ricognizioni in loco
di Enrico Calzolari hanno permesso di accertare visivamente che, al contrario
di quanto suggerito dalle misurazioni strumentali, il sole sorge nelle
monofore centrale e meridionale rispettivamente agli equinozi ed al solstizio
d'inverno, probabilmente andando allora ad illuminare la mensa dell'altare.
Nessun fenomeno analogo è invece visibile attraverso la monofora
settentrionale all'alba del solstizio d'estate.
Bibliografia
Bonòra V., Calzolari E., Codebò M., De Santis H. (1999).
Gli orientamenti delle chiese del Caprione
(SP) e dell'isola di Bergeggi (SV).
In: Atti del XVIII Congresso Nazionale C.N.R. di Storia della Fisica
e dell'Astronomia, Milano, pp. 285-292, http://albinoni.brera.unimi.it/Atti-Como-98.
Bonòra V., Codebò M., De Santis H., Marano Bonòra
A. (2000). Gli orientamenti astronomici delle chiese
di S. Michele e di S. Lazzaro a Noli (SV).
In: Atti del XIX Congresso Nazionale C.N.R. di Storia della Fisica
e dell'Astronomia, Milano, http://albinoni.brera.unimi.it/Atti-Como-99
Codebò M., De Santis H. (2003). Studi
di archeoastronomia nel Genovesato. In: Atti del I° convegno S.I.A.,
Padova 28-29/09/2001.
Bonòra V., Codebò M., De Santis H., Marano Bonòra
A. (2004). Gli orientamenti astronomici delle
chiese di S. Giulia e S. Margherita di Capo Noli (SV).
In atti del II° Convegno S.I.A., Monte Porzio Catone (Roma) 27-28/09/2002.
Bonòra V., Calzolari E., Codebò M., De Santis H. (2005).
Aggiornamento sugli orientamenti astronomici
delle monofore delle rovine della chiesa di S. Lorenzo al Caprione (Lerici,
La Spezia). In: Atti del III convegno S.I.A.
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