Henry De Santis
STRUMENTI E CALCOLI PER L’ARCHEOASTRONOMIA.
Introduzione.
Per archeoastronomia deve intendersi quella disciplina che studia le
conoscenze e le applicazioni astronomiche nell’antichità.
I nostri avi usavano spesso rappresentare in terra ciò che avveniva
in cielo, spesso attribuendogli un valore di sacralità.
I modi erano molteplici, si va dalle incisioni rupestri a carattere
astrale e l’innalzamento di monumenti megalitici (menihr, dolmen, cromlech,
ecc…) dell’era preistorica e protostorica, fino all orientamento delle
chiese sui punti cardinali, o in direzione dell’alba o tramonto di svariati
astri, tra cui il sole agli equinozi o ai solstizi, dell’epoca medioevale.
L’orientamento rispetto al nord, che da qui in avanti noi chiameremo
azimut, è la base di questa scienza, assieme alla declinazione cui
sottende il monumento, perché sia le incisioni, sia i megaliti,
sia alcuni edifici sacri medioevali (spesso oramai ridotti a ruderi) sono
orientati su punti astronomici rilevanti.
Vediamo ora di quali strumenti è bene munirsi per coltivare
questa passione ( personalmente alcuni li considero facoltativi ), e quali
procedimenti di calcolo, che spiegherò passo passo, vanno eseguiti
per verificare se un qualsivoglia manufatto è “archeoastronomicamente”
interessante.
STRUMENTI
1. Bussola.
Utile per accertare, in prima approssimazione, l’azimut del manufatto
misurato. E’ raccomandato l’uso di una bussola di un certo livello, e che
legga altresì almeno 1 grado sessagesimale, per diminuire l’errore
di misura, in ogni caso largamente presente trattandosi di misurazioni
magnetiche. Questo strumento è da utilizzarsi esclusivamente come
indicazione, per poter successivamente confrontare i risultati ottenuti
dai calcoli astronomici.
Non è corretto basare il calcolo azimutale sulle sole misure
magnetiche, poiché l’anomalia magnetica terrestre può largamente
falsare i risultati (mi è capitato personalmente di dover costatare
errori superiori ai 10° -20°).
2. Teodolite e\o squadro sferico graduato (squadro agrimensore) con paline.
Precisissimo il primo, più maneggevole e meno costoso il secondo
sono i cardini per chi vuole dedicarsi a questa disciplina.
Il teodolite è sicuramente il non plus ultra per effettuare
le misure, ma la sua complessità d’utilizzo, il costo particolarmente
alto, la difficoltà e spesso l’impossibilità di trasportarlo
su sentieri di montagna, habitat dell’archeoastronomo, per il suo peso
elevato, fanno preferire l’uso dello squadro sferico, il quale è
meno costoso, portatile, più facile da usare, solo è meno
preciso.
Entrambi gli strumenti, posti su treppiede, evidenziano l’angolo sotteso
in gradi quattrocentesimali, che chiameremo alfa, tra la direzione mirata,
indicata dalle paline, e il sole. Effettuando una misura astronomica la
rilevazione è molto affidabile perché priva d’errori, se
non quelli umani, e svolgendo il procedimento in maniera esatta si ottiene
un dato “certo”, pienamente utilizzabile nei calcoli futuri.
3. Inclinometro.
Strumento che misura, in gradi e primi, l’altezza sul piano di un oggetto.
E’ utilizzato in archeoastronomia per sapere l’altezza dell’orizzonte
visibile verso una determinata direzione, essa è massima allo zenit
(90°), e minima all’orizzonte marino (0°). Strumento di facile
uso e trasporto giacché generalmente sta nel palmo di una mano.
Si procede mirando verso ciò che si vuole osservare, traguardando
la scala graduata posta all’interno dello strumento fino a quando la linea
di riferimento della scala non è posta sull’limite dell’oggetto
mirato, a quel punto si legge la corrispondente altezza sulla suddetta
graduazione.
L’altezza d’orizzonte serve per effettuare il calcolo della declinazione
sottesa del sito.
4. Orologio radiocontrollato.
Capace di fornire l’ora precisa al milionesimo di secondo, serve per prendere gli stop orari durante le misure solari. Esso periodicamente riceve il segnale d’aggiornamento dall’ orologio atomico di Francoforte, rimanendo così sempre molto preciso. Si trova in commercio a prezzi molto bassi.
5. Carte topografiche.
Indispensabili per la determinazione del punto di stazione, effettuare
triangolazioni e rilievi vari. Raccomando l’uso di carte dell’I.G.M.I.-Firenze,
dettagliatissime anche se poco aggiornate sui mutamenti della superficie
per cause antropiche (centri abitati, strade), o in subordine le CC.TT.RR.
più aggiornate ma meno dettagliate.
Le scale da usarsi vanno dalla 1:25000 (o anche inferiore nel caso
della C.T.R.) utile per determinare le coordinate del sito misurato, alla
scala 1:100000,utile per determinazioni e triangolazioni topografiche su
scala più vasta.(identificazione di rilievi lontani, visione più
ampia del settore operativo, ecc.…).
6. G.P.S. (eventuale).
Esso risolve alcuni problemi topografici precedentemente espressi, fornendo in tempo reale la coordinate geografiche con una precisione di + o – 100mt..Tuttavia il suo funzionamento è fortemente limitato in zone coperte da fogliame , rendendo così il suo possesso solo eventuale e mai obbligatorio, dovendo essere il metodo analitico di determinazione delle coordinate, tesoro d’ogni appassionato del settore.
7. Altimetro. (eventuale).
Questo strumento, utile per misurare la quota del monumento misurato, se presente deve essere molto preciso, altrimenti arreca più danno che altro. Doveroso è in ogni caso il controllo manuale sulla carta topografica dei punti quotati eventualmente presi con l’altimetro.
8. Termometro, barometro. (eventuali).
Hanno lo scopo di misurare la temperatura e la pressione al suolo, dati inseriti nel calcolo della rifrazione atmosferica, per una precisione maggiore. Ad ogni modo non è indispensabile l’uso di questi strumenti perché le differenze pratiche in sede di calcolo sono poco rilevanti.
9. Rotella metrica.
Lunga almeno 20 – 25 MT., la rotella metrica è indispensabile per determinare la metà di un asse, di un accesso, di un allineamento, o per prendere una qualsivoglia distanza e poter dunque procedere con le misure successive.
10. Livella e livella torica. (bolla).
Indispensabile per la verticalizzazione degli strumenti e altre misure
di livello, anche sul terreno.
In prima approssimazione si può usare la bolla normale, per
procedimenti più precisi (es.: verticalizzazione dello squadro)
è necessario usare la livella torica, che essendo leggermente ricurva
offre maggiori garanzie di precisione e stabilità di misura.
11. Filo a piombo
Necessario per la verticalizzazione delle paline, deve essere lungo almeno 1,5Mt.
12. Effemeridi e Tavole Nautiche
Pubblicazioni edite dall’Istituto Idrografico della Marina Militare.
Le prime servono per svolgere i calcoli astronomici in seguito descritti,
le seconde si usano per il calcolo dell’altezza vera, (determinazione della
rifrazione media,tav.22), per la depressione dell’orizzonte (tav.21) e
per determinare in maniera approssimativa l’azimut con le tavole A-B-C
(tav.18).
13. Calcolatrice.
E’ sufficiente una qualsiasi calcolatrice scientifica dotata delle funzioni statistiche. Tutti i calcoli vanno fatti con la macchina in posizione “DEG”, non usare GRAD o RAD.
14. Macchina fotografica (eventuale).
Può essere utile, anche in sede di pubblicazione, avere fotografie del sito misurato.
15.Accessori vari.
- quaderno o brogliaccio su cui segnarvi le misure, ed eventualmente
sviluppare i calcoli.
- Decimetro, qualsiasi o modello colorato tipo IFRAO per i raffronti
fotografici.
- Vanghetta o cazzuola: può essere necessario smuovere del terreno.
- Un buon paio di guanti, non dimentichiamoci che si è a contatto
con la terra.
- Una bolla apposita da porre sul nastro metrico per misure sopra qualche
cm. dal terreno, qualora si abbia bisogno d’elevata precisione.
- Un mazzuolo di plastica o gomma, per infliggere le paline nel terreno
senza rovinarne la parte superiore.
- un coordinatometro per la carta topografica.
Possedendo gli oggetti sopra elencati si possiede la strumentazione
adatta per operare sul territorio.
CALCOLI
Generalità.
I procedimenti di calcolo sottoelencati interessano elementi di trigonometria
sferica ed astronomia nautica.
Al momento di effettuazione delle misure il modus operandi è
il seguente:
a) scegliere la direzione da misurare;
b) prendere un azimut magnetico e scriverlo sul brogliaccio;
c) traguardare con lo strumento l’allineamento delle paline e appena
possibile prendere l’istante orario del sole;
d) Scrivere subito il valore della misura e il tempo rilevato;
e) Prendere nota dell’altezza dell’orizzonte visibile Ho in quella
direzione, con l’inclinometro, non considerando alberi, palazzi e altre
costruzioni moderne, ma soltanto i rilievi montuosi o eventualmente costruzioni
certamente più antiche (es. chiesa anno 1000 e chiesa anno 1400
molto vicina), nel caso di dubbio sull’età non tenerle in considerazione.
f) Prendere eventualmente un altezza di sole indicativa con l’inclinometro,
da tenere come riferimento.
Calcoli preliminari.
Quando si effettua la misura con lo squadro od il teodolite bisogna
prendere lo stop orario del sole in h, m, s, e convertire subito i gradi
quattrocentesimali (400g) in gradi sessagesimali (360°): moltiplicando
la misura per 0,9, si passa al sistema sessagesimale(tab.1)
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Altresì è possibile ripassare da un sistema all’altro
con il procedimento inverso(tab.2):
Tab.2 |
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Calcoli di approfondimento.
Fatto questo si prendono le Effemeridi Nautiche e si aprono nella pagina
del giorno in cui viene fatta la misura, si legge la colonna contrassegnata
con UT. E’ bene ricordare che trattasi di tempo di Greenwich, dunque va
tolta 1h, o 2h se c’è l’ora legale estiva, all’orario (tm) della
misura.
A questo punto si entra nella colonna con l’ora così trattata
(solo l’ora, non minuti e secondi) e si legge il corrispondente valore,
in gradi e primi, nella colonna del sole segnata con T.
Scritto tale valore, vanno aggiunti i minuti e i secondi convertiti
(Im), trovati andando nelle tavole degli incrementi e delle correzioni
( pagine blu ) al minuto corrispondente, scritto al margine superiore delle
pagine. Con i secondi rimasti si entra nella colonna sec , e si legge
il reciproco valore in gradi e primi dato dalla colonna sole e pianeti.
Dalla somma si ottiene così il tempo vero del sole a Greenwich
(Tv), al quale si aggiunge la longitudine del sito (+ se Est; - se Ovest),
e si ottiene il tempo vero locale del sole (tv).
Vediamo ora lo schema del calcolo(tab.3):
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(Tabella sole T) Tm=
° ‘ “ ora convertita della misura
(Pagine blu) + Im= ° ‘ “ minuti e secondi rimanenti -------------------------------------- Tv= ° ‘ “ tempo vero Sole a Greenwich ( Long.sito misurato) + Long = ° ‘ “ (E + w -) --------------------------------------- = tv = ° ‘ " tempo vero locale |
Parallelamente bisogna leggere il valore della declinazione solare alla
stessa ora, sempre nella colonna del Sole, dove c’è scritto
dec., essa è positiva se nord, negativa se sud.
Al valore letto aggiungeremo le parti proporzionali (pp) per i minuti;
è necessario leggere il numero al termine della colonna contrassegnato
con d (es. d + 0.2;
d –0,9) ed entrare nelle “pagine blu” allo stesso minuto dell’ intervallo
medio Im , leggere il valore in primi e decimi di primo ( può essere
anche 0),e sommare il tutto. Se d è positivo si sommerà alla
declinazione, se d è negativo si detrarrà. Si ottiene così
la declinazione corretta del sole.(delta)
Schema di calcolo(tab.4):
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Decl.s = ° ‘ "
dalla colonna dec,tabella sole
+ Pp (d +/ -) = ‘ “ Pagine blu |
Si può ora passare al calcolo dell’altezza del Sole sull’ orizzonte,
in gradi, a quell’ orario, con la seguente formula (tab.5):
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Dove h è l’altezza da trovare, F la latitudine del luogo, D la
declinazione del sole precedentemente trovata, tv il tempo vero locale
calcolato prima.
N.b:se F o D sono di specie sud inserire nel calcolatore il valore
preceduto dal segno – [ es. (sen -F*senD)+(…) ; (senF*sen -D)+(…)
].
Dal calcolo si trova Sen h, per avere l’altezza si fa il sen
alla-1(arc sen)del valore di sen h e al numero ottenuto si applica la funzione
inverso gradi del calcolatore, verranno fuori i gradi e i primi d’altezza
del sole. (h).
E’ necessario ora calcolare l’azimut del sole con la formula del COS
As(tab.6):
Tab.6 |
------------------------------------- (cos F* cos h) |
Dove D declin. sole, F latitud., h altezza sole.
N.b: E’ necessario che l’intera operazione sia svolta entro le parentesi tonde.
Al cos As si applica la funzione cos alla -1(arc cos) e si trova l’
azimut del sole all’istante di tempo della misura.
N.B. Se il tv del sole (tab.3)è < = a 180° allora As
sarà: As=360° - As (ricavato dalla formula).
Si ottiene il valore dell’ azimut dell’ allineamento sottraendo ad
As il valore dell’ angolo alfa di cui alla tab.1, misurato con lo squadro
od il teodolite(tab.7).
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Calcolo dell’ altezza vera hv:
l’altezza ho presa con l’inclinometro e preda di errori dovuti alla
rifrazione atmosferica e alla depressione dell’orizzonte, va quindi corretta
con la seguente formula(tab.8):
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Dove ho altezza osservata, R rifrazione atm. calcolata con tavole nautiche(la tavola 22), e = elevazione dell’occhio in metri.
Valida per le stelle ed in prima approssimazione; è consigliabile
eseguire con questa formula il calcolo di declinazione, e se si ottiene
un risultato interessante, magari perché vicino ai risultati cardine
dell’ archeoastronomia(vedi tab. 12-13),a seconda che riguardi il
sole o la luna, si rifarà il calcolo aggiungendo la parallasse ed
il semidiametro corrispondente, con la formula (tab.9):
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Valida per il sole, e la luna quando è all’orizzonte con 0°
di altezza.
Se la luna ha un’altezza ho la parallasse sarà data da:P= (0°57’02,70”
*cos ho).
Dove ho altezza osservata, R rifrazione atm. calcolata con tavole nautiche(tav.22),
e = elevazione dell’occhio in metri, p parallasse sole o luna, Sd semi
diametro di sole o luna.(Tab.10):
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0°00’08”,7941 |
Semidiametro medio Sole
0°16’01” |
0°57’02”,70 |
Semidiametro medio Luna
0°15’42”,50 |
Il valore del semidiametro è positivo quando si considera l’astro al lembo inferiore, è negativo se si considera l’astro al lembo superiore. Personalmente consiglio di prendere in considerazione il lembo inferiore, questo sia per una maggiore precisione, sia perché è probabile che gli antichi prendessero in considerazione l’astro intero.
Ottenuta Hv, bisogna calcolare la declinazione sottesa Ds
del sito nella direzione voluta, con la formula (tab.11):
Tab.11 |
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Dove F è la latitudine, Hv è l’altezza vera, A è
l’azimut precedentemente trovato.
A questo punto se un sito è orientato potrà venire fuori
un risultato tra questi(tab.12):
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sito orientato verso il sorgere ed il tramontare del sole agli equinozi. |
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Con circa voglio indicare una tolleranza max.di +, - 30’.
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Con circa voglio indicare una tolleranza max.di +, - 30’.
Il sito è orientato se confrontando il risultato con le tabelle
12 e13, si verificano eventuali analogie. Se non ne viene riscontrata nessuna
il sito potrebbe non essere orientato.
A volte possono esserci allineamenti stellari o planetari, ma vanno
calcolati con calcoli più complessi, dato il moto di precessione,
che non è il caso di spiegare in questa sede.
Alcune chiese del alto medioevo sono orientate con l’abside o con l’ingresso
verso l’alba del giorno in cui cade il santo a cui sono dedicate, bisognerà
allora calcolare la declinazione per quel giorno e confrontare i risultati,
avendo l’accortezza di controllare i santi di quel giorno.
Nel caso si effettuino più misure della stessa direzione può
essere utile utilizzare le funzioni statistiche della calcolatrice per
ricavare la media tra esse con il relativo scarto quadratico medio (sigma),
significa cioè che la misura ha il 66% di possibilità di
trovarsi nel range dato.
Conclusioni.
Mi auguro di essere stato abbastanza esauriente nella descrizione dei
calcoli, mi rendo conto che la materia può sembrare a molti inaccessibile,
ma non è così, perché essendo formule fisse, con un
po’ di pratica, si riesce facilmente ad applicarle.
Bibliografia minima ragionata.
1. M.Codebò.(1997) Uso
della bussola in archeoastronomia. In: Atti del XVI congresso nazionale
di storia della fisica e dell’astronomia, Como 24-25 maggio 1996.
2. M.Codebò.(1998) Problemi
generali dell’indagine archeoastronomica In: atti del 1°seminario
di archeoastronomia, Genova 22 febbraio 1997.
3. E. Proverbio.(1989) Archeoastronomia. Teti.
4. G. Romano.(1992) Archeoastronomia italiana. CLEUP, Padova.